martedì 3 gennaio 2012

Cattolici e Politica

Ero anch'io presente alla serata del 16 settembre organizzata dalla Comunità pastorale San Paolo e dall'Associazione “Dorvan” sul tema “Il ruolo dei cattolici in Italia dopo l'Unità”, incontro tenuto da Don Maurilio Guasco.


Aldilà del fatto che le parole di Don Maurilio hanno un fascino che lascia il segno anche dopo circa quattro mesi..., è estremamente interessante (e positivo!) il fatto che si torni a parlare di forza politica del cattolicesimo, pur mancando un partito unico che rappresenti, in quanto tale, il voto dei cattolici.


In effetti, il tema non è tanto se esista un partito politico che rappresenti il pensiero cattolico, quanto l'importanza che i cattolici si impegnino politicamente (eventualmente anche con l'appartenenza ad un partito) per dar corso ad una crescita culturale e morale del nostro Paese.


Dove la politica finora non è arrivata, una forte azione tesa a definire il ruolo e il compito dei cattolici in tale ambito è stata svolta dal contributo decisivo apportato dal cosiddetto “progetto culturale” con cui la Chiesa italiana si è fatta carico di un’azione di supplenza politico-culturale al servizio, certo dell’unità dei cattolici, ma soprattutto dell’unità della nazione.


In assenza (o a causa del fallimento) di un unico partito politico che rappresentasse i cattolici, la chiesa italiana si è tirata lentamente in disparte rispetto all’arena politica; si è fatta sempre più equidistante rispetto agli schieramenti politici, ponendo la sua attenzione su una questione assai più radicale: l’evangelizzazione della società e della cultura, con la convinzione che una riflessione e un impegno del genere avrebbero avuto ovviamente anche ricadute politiche, indipendentemente e trasversalmente ai partiti.


In politica la realtà dei cattolici italiani risulta essere politicamente assai differenziata. Ad esempio, sulle politiche sociali, su quelle scolastiche, in politica estera, sugli assetti istituzionali, non tutti la vedono allo stesso modo.


Benedetto XVI, richiamando il progetto culturale della Chiesa, ha esortato i cattolici a non “ripiegarsi” su se stessi, a “mantenere vivo” il loro “dinamismo”, ad “aprirsi con fiducia a nuovi rapporti, a non trascurare alcuna delle energie che possono contribuire alla crescita culturale e morale dell’Italia. Tocca a noi infatti –ha proseguito il Pontefice- dare risposte positive e convincenti alle attese e agli interrogativi della nostra gente: se sapremo farlo, la chiesa in Italia renderà un grande servizio”... Si tratta di un programma politico-culturale decisamente ambizioso per i cattolici italiani, a qualsiasi partito essi appartengano: ri-inculturare la politica, rinvigorirla con la grande tradizione dell’antropologia cristiana: questo è il compito principale del cattolicesimo politico oggi.

Affinchè il progetto si accresca e prosegua, è necessaria però nuova linfa: occorre avvicinare i Giovani e far conoscere loro il senso e la finalità del progetto. Forse questa è la chiave per ri-affezionare le giovani leve alla politica anche attraverso specifici percorsi di formazione sociale e politica da proporre loro.


E' più facile affascinare i giovani alla politica percorrendo questa strada che lasciare che se ne occupino i partiti...

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