venerdì 30 dicembre 2011

Gli auguri di un migliore 2012


A pochi giorni dalla chiusura dell'anno 2011, mi sento di fare a tutti noi un augurio per un migliore 2012 ricco, se non di “successi, serenità e abbondanza”...come si era soliti dire, almeno di buoni propositi e che gli stessi divengano, poi, impegni da mantenere.
In questo periodo, infatti, è preferibile fare e ricevere auguri di un anno migliore in quanto per molti il Natale è trascorso poco serenamente e pervaso dalla preoccupazione di non poter garantire a sé stessi e ai propri cari un futuro tranquillo ed economicamente “sostenibile”.
Ho ascoltato con attenzione il messaggio augurale del Presidente Giorgio Napolitano che richiamando la “necessità” della scelta di un governo tecnocratico, ribadisce che "il ruolo della politica resta insopprimibile, non è neppure temporaneamente oscurabile. La formula del governo dei tecnici non è, dunque, da idoleggiarsi. Ma è necessario che i partiti facciano la loro parte, nella fase di transizione che si è avviata; la facciano rinnovandosi, aprendosi nuovamente alla società, acquisendo e valorizzando più fresche, giovani energie, ridefinendo e arricchendo le loro piattaforme ideali e programmatiche. ...(omissis)..E facciano la loro parte nell'ampio spazio che hanno da occupare in questa fase, non solo nel rapporto col governo - un rapporto di distinzione e di corresponsabilità - ma più in generale nell'arena parlamentare, e sempre nell'ascolto del paese". 
Il rigore dettato dalla necessità di risanare le finanze pubbliche, la garanzia di intervenire con equità, e la speranza di una prospettiva di crescita e di sviluppo devono essere gli obiettivi della Politica ad ogni livello.
L'augurio è, quindi, per ora, almeno, che in tutto questo vi sia un'attenzione vigile e focalizzata sulle condizioni dei 'non rappresentati', dei giovani senza lavoro o con deboli prospettive di occupazione e di pensione.
L'augurio è, anche, sempre parafrasando il Capo dello Stato, che la Politica si assuma la responsabilità di rispondere alle attese dei giovani, riconosca la necessità di valorizzare le risorse che essi e le donne oggi fuori del mercato del lavoro rappresentano, insieme con l'obbligo morale di non scaricare sulle spalle delle nuove e delle future generazioni il fardello di un proibitivo debito pubblico.
L'augurio è, infine, che i sacrifici che si stanno chiedendo agli italiani oggi servano a garantire una ripresa economica che, seppur lenta, implichi profondi cambiamenti nello stile di far politica e nello stile di vita di ciascuno di noi. 

giovedì 29 dicembre 2011

PERCHE' LE PROBLEMATICHE DEL SEVESO DEVONO RICADERE TUTTE SU SENAGO?


Come sempre, dove vi sono “spazi”vuoti, va da sé che questi vengano riempiti..
E' una constatazione che si addice a variegate situazioni e, in particolar modo, anche alla problematica legata alle vasche di laminazione.
Se, come è successo, il problema viene affrontato localmente con le singole Amministrazioni coinvolte, segmentandolo, con la logica di depotenziare le possibili reazioni, è ovvio che  talune volontà trovino piena realizzazione.
Mi spiego: l'attenzione non è stata focalizzata fin dal principio sul problema del Seveso nel suo complesso e sulle implicazioni e conseguenze sui territori legate al possibile fenomeno dell'esondazione, ma, con un ragionamento a ritroso, ci si è concentrati sulle tragiche conseguenze che l'esondazione avrebbe comportato per alcuni territori (prospicienti all'Expo?) e, di conseguenza,  gli studi si sono focalizzati sulla soluzione “ottimale” in termini di vicinanza a questi territori maggiormente a rischio e in termini di costi da affrontare.
Ecco il nascere dello studio relativo alle vasche di laminazione a Senago.
Questo approccio al problema è frutto di una scelta politica  a livello regionale e anche provinciale condotta in modo miope e superficiale: gli studi tecnici, quando vengono commissionati, devono “rispondere” alle linee di indirizzo che detta e pre-determina la Politica.
In assenza di questi indirizzi politici, “il tecnico” ragiona da “tecnico” e propone la soluzione “tecnicamente” maggiormente plausibile...
Scusate la ripetizione, ma è proprio voluta con l'intento di far comprendere che la tematica va necessariamente affrontata sui due piani: politico e tecnico, ma i due piani non viaggiano distinti , anzi, devono “sovrapporsi” ed essere coerenti l'uno con l'altro.
Ma chi ha la responsabilità di uscire dallo schema di una politica che ragiona solo in termini localistici e fare una sintesi politica con l'obiettivo di individuare soluzioni eque e condivise ?
La Politica, ovviamente:  in tutti i suoi livelli e gerarchie che non hanno, però, purtroppo, l'abitudine di creare luoghi comuni di interlocuzione fra tutte le parti interessate e di ponderare i vari interessi trovando mediazioni condivise da tutti in quanto riconosciute come il male minore per ciascuno.
Sono convintissima che non tutto sia andato perduto: se, finora, l'iniziativa di intraprendere questo percorso non è stata regionale né provinciale, può ancora essere sollecitata dalla “base”: ossia dalle Amministrazioni locali interessate che, però, siano consapevoli di voler agire per preservare non tanto il loro “piccolo orticello” da mali oscuri, ma l'Area Vasta a cui appartengono.
La costituzione di un Tavolo permanente, prima politico e poi tecnico, di  studio sulle problematiche del Seveso sarebbe un punto d'inizio.
Penso anche che, seppure orfana di Amministrazione, da Senago, in quanto città maggiormente coinvolta dallo studio già effettuato circa le vasche di laminazione, dovrebbe e potrebbe partire l'iniziativa per poter riaprire il discorso e determinare condizioni e proposte di ripensamento e di individuazione di soluzioni alternative.
Non è un'iniziativa o una proposta che debba avere un preciso colore politico o un predominante “attore principale”; pertanto, l'idea che lancio è la stesura di un documento condiviso da tutte le forze politiche e i movimenti/comitati senaghesi, che coinvolga anche le Amministrazioni toccate dal problema esondazione del Seveso, con lo scopo di richiedere la costituzione di un Tavolo permanente di studio ai consiglieri della Regione Lombardia che costituiscono la Commissione V Territorio e VIII Agricoltura, Parchi e Risorse idriche oltre che la IX Commissione Territorio e la XII Commissione Ambiente della Provincia di Milano.

martedì 27 dicembre 2011

10 idee per la nostra Senago





Se penso al futuro di Senago e, in particolar modo alle questioni emergenti, sintetizzo le seguenti 10 idee:
  1. disegnare un nuovo welfare  non solo comunale ma inclusivo di soggetti come il privato sociale, il terzo settore, il mondo delle Associazioni, il volontariato, la Parrocchia affinchè abbiano pari dignità nel realizzare politiche condivise. Il Comune deve pianificare in rete con questi soggetti i progetti da realizzare nel rispetto reciproco delle competenze e dei ruoli col compito di allocare risorse idonee. Oggi, parlando di welfare, bisogna far correre il pensiero a una serie di politiche integrate: relative ai servizi per le famiglie (includendo i servizi socio-sanitari e i servizi educativi e culturali) per i disabili, per gli anziani, per il lavoro, per l'emergenza casa, per gli immigrati...
  2. realizzare politiche di sviluppo economico/produttivo del Territorio puntando sulla risorsa giovani
  3. aiutare il mondo scolastico ad affrontare questi difficili momenti di cambiamento e di difficoltà crescenti collaborando e contribuendo a garantire un sistema scolastico efficiente, attraverso la formazione continua dei docenti, aperto alle diversità e ai diversi modi di apprendimento, aperto alle nuove tecnologie, e non distante o separato dalle direttrici di sviluppo produttivo ed economico
  4. costruire un PGT che determini una nuova e lungimirante visione di Senago e che sia orientato a far leva sui seguenti principi: qualità urbana; riqualificazione urbana dei quartieri, edilizia pubblica e convenzionata, housing sociale,  viabilità, sviluppo dei servizi secondo l'analisi dei fabbisogni, individuazione delle aree a verde, non agricolo ma vivibile e sfruttabile per tutta la città, sensibilizzazione sulle problematiche ambientali e individuazione delle soluzioni, possibili scenari di sviluppo produttivo...
  5. affrontare le tematiche ambientali che affliggono Senago: le cave, le vasche di laminazione, la bonifica dell amianto ancora presente nel patrimonio pubblico, il problema dell'inquinamento causato dall'attraversamento di Senago da parte di mezzi anche “pesanti”, l'inceneritore di Paderno Dugnano, il gassificatore di Limbiate...
  6. riassestare il sistema economico finanziario di Senago alla luce della recente normativa di contenimento delle spese pubbliche (patto stabilità, manovre, federalismo fiscale..)
  7. occuparsi della sicurezza, intesa a 360°: messa in sicurezza e conseguente manutenzione del patrimonio pubblico e sicurezza percepita dalla città come elemento fondante della qualità della vita
  8. riorganizzare la macchina comunale in modo che possa rispondere in modo adeguato agli obiettivi dell'Amministrazione e possa garantire quel benessere organizzativo che è alla base del successo Aziendale e che è il motore per generare motivazione.
  9. Garantire, nei principali momenti decisionali dell'Amministrazione, l'attivazione di processi partecipativi e assicurare ai cittadini la puntuale rendicontazione delle attività svolte e delle risorse impiegate (accountability) in particolare per quelle iniziative/servizi per i quali il cittadino è chiamato a contribuire direttamente tramite le tariffe.
  10. Attivare un serio e analitico controllo analogo dell'Azienda Multiservizi Senago ripensandone funzioni e mission affinchè diventi vera risorsa per Senago e non elemento di ulteriore preoccupazione economica.

domenica 25 dicembre 2011

Sviluppo di sistemi locali: marketing territoriale



E' sentitissimo oggi il tema e l'esigenza per le Amministrazioni locali di svolgere un ruolo d'impulso e di guida ai processi di riqualificazione territoriale in modo “competitivo”.
E' l'Amministrazione locale che agisce con logiche imprenditoriali...Inconsueto? Bhè, sì...più che altro innovativo!
Che politiche deve, quindi, attivare un'Ammministrazione attenta ai bisogni del suo Territorio?



  • Politiche territoriali di sostegno alle attività produttive: tese a rafforzare la struttura produttiva o attenta e sensibile a facilitare percorsi di riqualificazione o riconversione aziendale, se in crisi, attraverso sgravi, sussidi, atraverso partenariato e sviluppo con altri privati di maggior spessore.
  • Politiche territoriali di sviluppo del marketing turistico/culturale del Territorio: promuovendo e sostenendo la valorizzazione dell'offerta culturale, turistica e di promozione dell'identità di un territorio
  • Politiche territoriali del lavoro e dell'occupazione:  interventi “riparativi” per la disoccupazione, o di contrasto alla disoccupazione, oppure atti a favorire l'incontro fra domanda ed offerta e la formazione professionale
  • Politiche per la salute del territorio: sono le politiche e gli interventi ambientali
  • Politiche per il Welfare locale: volte a definire un sistema di servizi sociali e sociosanitari integrati a copertura dei bissogni presenti sul territorio
  • Politiche infrastrutturali e di trasformazione del Territorio:  es, la definizione del PGT, VAS, Piano dei servizi..
  • Politiche per l'innovazione e la ricerca: sviluppo di sinergie col mondo dell'Università e delle imprese per assicurare una formazione utile e coordinata con le esigenze delle imprese..
Negli ambiti, come questi, in cui l'Amministrazione si muove come “imprenditore” persegue l'obiettivo di massimizzare sforzi/costi a fronte dei benefici offerti con i propri servizi al territorio.
A differenza del modello imprenditoriale “classico”, l'Imprenditore – Amministrazione del Territorio ha a che fare con una meta – organizzazione composta da soggetti di vario genere che operano in rete per un obiettivo comune: la crescita della performance del territorio.
Occorre che l'Ente/Amministrazione deifinisca:
  1. il proprio posizionamento strategico, i fattori di successo su cui puntare e le risorse da investire oltre che pianificare le azioni da attuare;
  2. i processi operativi, cioè l'organizzazione attraverso cui realizzare gli obiettivi prefissati;
  3. i meccanismi di comunicazione attraverso i quali diffondere la strategia, condividere e partecipare i processi decisionali e “rendere conto” alla comunità locale dei risultati raggiunti.
  4. Esercitare comunque e sempre una forte azione di governance, intesa come la capacità di governare progetti complessi integrando e ricercando le diverse competenze occorrenti.
E' scontato che, per potersi porre con valore al centro di questa azione di governance, l'Amministrazione deve possedere requisiti di:
  • autorevolezza nei confronti degli altri interlocutori privati/pubblici
  • capacità di ascolto e di comunicazione: attivare meccanismi di partecipazione, informazione dei cittadini sui vari processi
  • massima efficienza dei servizi che si esercita attraverso la capacità  di programmazione e di controllo
Per la realizzazione efficace degli obiettivi di pianificazione strategica del territorio, occorre acquisire competenze legate al fund raising (reperimento risorse finanziarie che sono cosa diversa dalle tradizionali forme di entrata delle Amministrazioni)...
Tutto questo è, purtroppo, ancora teoria, e non mi riferisco solo a Senago... ma sono stra-convinta che, nel prossimo (mi auguro) futuro, siano le uniche leve sulle quali si possa agire.
E' un cambiamento che comporta la revisione dei paradigmi organizzativi fondamentali delle Amministrazioni basati su principi di economicità – efficacia ed efficienza, che implica un approccio nuovo, più dinamico e veloce e che non può essere svolto dall'Amministrazione da sola ma in un'ottica di rete e di esternalizzazione.

La questione dell'emergenza abitativa...



E’ da molti anni che registriamo la mancanza di un adeguata e coerente politica regionale dell’abitare. Il fatto che l’ottanta per cento delle famiglie sia proprietario dell’abitazione in cui vive, infatti, ha fatto passare in secondo piano il problema, rendendo ancor più drammatica l’emergenza
abitativa per le fasce più deboli della popolazione.
Un rilancio di una politica della casa si impone con urgenza ma concreta e attuale, sulla base di una offerta abitativa nuova, articolata e diversificata sul territorio, in linea con i processi economici e sociali in atto nel Paese che richiedono un forte ampliamento dello stock di alloggi in affitto.
Occorre, infatti, dare una risposta a tutti coloro che si spostano per ragioni di lavoro, a tutti coloro che non possono accedere ad una casa in proprietà sia per motivi di reddito che per altre ragioni: dalle famiglie monoreddito alle giovani coppie, dalle fasce più deboli della popolazione agli immigrati, agli anziani, ai disabili.
Leggevo ieri ( 23 dicembre), su varie testate, l'annuncio di Regione Lombardia – Assessorato per la Casa – di aver raggiunto la stipula di un “atto d'indirizzo” denominato PATTO PER LA CASA nel quale sono evidenziate dieci azioni prioritarie individuate con un allargato consenso che ha visto coinvolti Aler, Organizzazioni Sindacali, Amministratori locali, soggetti del mondo economico e finanziario, sociale, professionale, della sicurezza, mondo cooperativo, associaizoni proprietari di casa, Caritas....
Le azioni sono: welfare abitativo, offerta abitativa in affitto, progetti di riqualificazione urbana, risparmio energetico, risanamento ambientale del patrimonio pubblico, rilancio del ruolo dell'Aler, accreditamento dell'housing sociale, fondi immobiliari, informazione ai cittadini, leve urbanistiche per l'abitare sociale, sicurezza e socialità.
Credo infatti che un'efficace politica abitativa richieda una molteplicità di azioni e l’attività convergente e responsabile di un insieme di soggetti.
 Il tutto deve avere, secondo me, al centro l’iniziativa dei Comuni che rappresentano l’effettivo elemento di svolta.
Il pregio del documento sopra descritto, è sicuramente quello di aver creato un momento forte di interlocuzione, un vero e proprio tavolo di sistema... ma siamo ancora solo ad un atto di indirizzo!!! E l'emergenza, intanto, galoppa!!!
La crisi dell’affitto è, infatti, pesante. La legge 431 del 1998, nota come riforma degli affitti, avrebbe dovuto, attraverso la liberalizzazione dei canoni, gli incentivi fiscali per i proprietari ed il bonus casa per gli inquilini a basso reddito, sbloccare un mercato immobiliare ingessato, combattere l’annoso fenomeno dei contratti in nero e delle case sfitte, dare impulso, attraverso il canale concordato, all’offerta di case a prezzi equi ed accessibili.
L’obiettivo era quello di regolare il libero mercato, per renderlo nel contempo, economicamente sopportabile e trasparente.
A distanza di circa otto anni il bilancio sugli affitti della 431 è particolarmente critico. Il rilancio dell’edilizia residenziale pubblica è una condizione essenziale per riaprire e calmierare il mercato. L’obiettivo è quello di estendere il patrimonio pubblico, apportando le innovazioni necessarie, sostenendo i processi di riforma e di riqualificazione già in corso da parte della Regione: si tratta di assicurare gestioni sempre più efficienti, sia a livello delle manutenzioni che di fornitura di servizi avanzati all’abitare. Si tratta di fare attenzione particolare agli ingressi, affinché corrispondano sempre più ai bisogni reali, ma anche di fare attenzione all’uscita dall’edilizia residenziale pubblica, quando le mutate condizioni economiche non ne giustificano più la permanenza.
Le numerose iniziative del privato-sociale costituiscono, in ogni caso, buone pratiche, molto apprezzate per la qualità e la rapidità delle risposte ma, ora più che mai, si rende necessario per un' Amministrazione locale dare chiari indirizzi in tal senso affinchè l'offerta di tali operatori risponda efficacemente alle necessità non più ormai tanto di acquisto (considerata l'emergenza crisi!) ma di affitto moderato con possibilità di riscatto finale, ad esempio.

Lettera aperta a tutte le donne...



Cara amica,
come me, ti sarai accorta che le tanto sbandierate “pari opportunità” di genere sono una conquista ancora piuttosto lontana ..
Sono mamma, con un lavoro impegnativo al quale si aggiunge il “secondo” lavoro...quello che non si nota ma che richiede passione ed impegno tanto quanto il primo: il lavoro domestico.
Come chissà molte di voi, la cura dei figli e dei loro impegni scolastici ed extrascolastici è tutta a mio carico e sento tutta la “responsabilità” sulle mie spalle di questo delicatissimo ruolo.
Ma questo non mi ferma: ho maturato la scelta dell'impegno politico perchè credo sia importante lavorare per il Bene Comune e per il benessere della città in cui viviamo.
Non è un impegno facile già in generale  per tutti  e lo è ancora meno per una donna!
Viviamo in una società in cui ancora il lavoro femminile (non quello casalingo) è meno diffuso; in cui molte donne sopportano più degli uomini l'onere del “doppio lavoro”;  in cui le posizioni di lavoro svolte nei ruoli direttivi sono principalmente occupate dagli uomini.
Nel mondo dell'immagine e dello spettacolo, poi, la donna spesso interpreta ruoli da “bella e oca” e sempre più di frequente le ragazze hanno come ideale quello di divenire delle “veline” o ragazze immagine.
Anche nelle Istituzioni c'è ancora molto da fare...Credo siano da implementare i servizi alla FAMIGLIA (nidi, scuola, assistenza...) per garantire una miglire conciliazione fra i tempi di cura e i tempi di lavoro.
Un tema importante su cui un'Amministrazione locale deve puntare ed impegnarsi è il progetto di una città vivibile per i nostri figli (verde fruibile, sicurezza, viabilità...): il tutto si traduce, di conseguenza, in migliore vivibilità per tutti noi..
Che dire della Politica?
Ormai ci sono diverse leggi che ne garantiscono la partecipazione femminile ma, di fatto, questa è minima: non è previsto alcun aiuto particolare per le donne affinchè si impegnino maggiormente in politica.
E' un vero peccato!!! La buona politica, oggi più che mai, dovrebbe basarsi su un'idea di fondo: il “recupero” della sensibilità tipicamente femminile del costruire legami e appartenenze, attribuendo valore a concetti come quelli di cura, di attenzione, di accoglienza, di responsabilità verso l'altro.
E' questo un tipico modo di intendere le Relazioni che da sempre noi donne coltiviamo nella sfera privata ma che io vedo come plusvalore se esportato nel modo di fare politica: quindi anche nell'occuparsi della “res publica” , della propria comunità, occorre attribuire valore ai piccoli gesti, alle piccole cose, alle sfumature...alla tenacia all'apertura verso l'altro, alla mediazione dei conflitti, al non accettare supinamente l'inesorabile accadere delle cose...
Dammi una mano a poter realizzare tutto questo!
Sostieni queste idee anche tu e, se ci credi, sostieni me alle Primarie di coalizione di centro sinistra che si terranno il prossimo 22 gennaio a Senago.
Grazie.


giovedì 22 dicembre 2011

NO ALLA CHIUSURA DELLE POSTE DI CASTELLETTO


no chiusura posteMartedì 6 dicembre una delegazione del nostro circolo composta dal coordinatore Rocco Lucente, da Micaela Curcio candidata del PD alle primarie e da Cosimo Pepe, ha consegnato nelle mani del Commissario Anna Aida Bruzzese una raccolta di firme contro la chiusura dell'ufficio postale di Castelletto. Insieme alle firme è stata consegnata alla dott.ssa Bruzzese la lettera che il PD ha indirizzato al Presidente di Poste Italiane S.p.A. e per conoscenza al segretario dell' Unione Nazionale Consumatori, al difensore civico della Regione Lombardia, al difensore civico territoriale della Provincia di Milano e ovviamente alla Dott.ssa Bruzzese stessa.
La chiusura dell'ufficio postale di Castelletto rischia di creare notevoli disagi per i cittadini, soprattutto per gli anziani, e un ulteriore intasamento dell'ufficio centrale di largo Formentano.
Egregio Presidente,
il Partito Democratico – circolo “Mantica- Lattuada” di Senago - nella persona del Segretario Rocco Lucente, si fa portatore della protesta di numerosissimi cittadini senaghesi per la chiusura dell'ufficio postale del quartiere di Castelletto.

Allegate alla presente, infatti, vi sono circa 300 firme che rappresentano solo un segmento della crescente lamentela della cittadinanza che, in pochissimi giorni, è balzata alle cronache cittadine per contrastare la chiusura degli sportelli di Via Volta a Senago.
La decisione, presa da Poste Italiane, di chiudere lo sportello a partire dal prossimo 21 Dicembre sta sollevando vivaci polemiche e proteste da parte dei cittadini, molti dei quali hanno deciso anche di chiudere i propri conti correnti postali. A Castelletto vivono circaseimila persone, molte delle quali pensionati che, se realmente gli uffici venissero definitivamente chiusi, sarebbero in grave difficoltà a raggiungere gli uffici postali centrali stante la distanza di oltre 2 km., non coperti, fra l'altro, da un adeguato servizio di trasporto locale.
Segnaliamo che anche per i commercianti della zona, l’ufficio postale è sempre stato un servizio importante a supporto della loro complessa attività particolarmente in contrazione in questi momenti.
In un periodo, come questo, di crisi, in cui già i cittadini si sentono depauperati di una serie di servizi, l'ulteriore taglio anche sul servizio di posta rischia di danneggiare ulteriormente la situazione di un quartiere già penalizzato come Castelletto per varie ragioni tutte note all’Amministrazione Comunale. Tale scelta sarebbe, quindi, addirittura, in “contro-tendenza” rispetto ad una serie di interventi riqualificatori operati dall’Amministrazione Comunale da circa un decennio come la creazione, appunto di una serie di servizi proprio dedicati al quartiere:
è stato istituito l'URP distaccato della Sede Municipale, è stata aperta una farmacia comunale e, sempre qui, trova posto anche l'ufficio al pubblico dell'Azienda municipalizzata cittadina.
L'ufficio postale è ormai, pertanto,  un punto di riferimento storico: ha aperto 33 anni fa ed ha sempre svolto un egregio servizio.
Rispetto alla posta centrale di Senago, negli uffici di Castelletto si possono pagare, senza code e problemi, bollette e si può ritirare la pensione. Riconosciamo che sia comprensibile, di questi tempi, la logica aziendale di ottimizzare i servizi, comprimendoli (= chiudendoli!).....ma ci chiediamo che senso abbia la soluzione “alternativa” da Poste Italiane individuata e cioè quella di prolungare l'orario di apertura dell'ufficio centrale che, oltretutto, implica comunque un costo aziendale relativo al personale e che non risolve ASSOLUTAMENTE i problemi appena citati in quanto non sarebbe un intervento mirato e studiato per rispondere alle necessità di una fascia di utenza come quella sopra descritta .
Inoltre, sicuramente, nuocerebbe all'immagine di Poste Italiane che perderebbe frange di clientela a favore di banche o di altri servizi analoghi offerti da privati.
Vi chiediamo, pertanto, di “arrestare” la decisione unilaterale di chiusura degli sportelli di Castelletto e di aprire un confronto con l'Autorità locale affinchè vengano individuate altre forme di “ottimizzazione” del servizio che non implichino necessariamente la chiusura del presidio su Castelletto.
Le autorità che leggono per conoscenza saranno da noi direttamente coinvolte ed interpellate qualora la presente protesta dovesse rimanere lettera morta.
Fiduciosi in un'attenta valutazione della problematica da noi esposta, che, sicuramente, per Poste Italiane rappresenta solo un fastidioso ostacolo al “grande ingranaggio” di una riorganizzazione più complessiva dell'Azienda e che, invece, per Senago rappresenta una problematica di rilevanza cittadina, rimaniamo in attesa di una vostra positiva considerazione e porgiamo distinti saluti.
                                                                          IL SEGRETARIO ROCCO LUCENTE