martedì 17 gennaio 2012

ELABORARE NUOVE STRATEGIE PER UN WELFARE IN TEMPO DI CRISI


Le ripercussioni sul welfare locale legate all’attuale crisi portano a riflettere sulla necessità di una costruzione partecipata dei Piani di Zona negli ambiti territoriali della Provincia.
La  legge 328/00, che ha riformato il sistema di welfare, ha svolto il compito di coagulare attorno ai Piani di Zona molti soggetti titolari di rappresentanza e di responsabilità sociale.
Istituzioni, Terzo Settore e Sindacati hanno in questi anni tacitamente presupposto un patto di collaborazione, impegnandosi a realizzare i processi di riforma indicati dalla legge quadro.
Dopo dieci anni, con una crisi che modifica il modello di welfare fondato sull'integrazione tra pubblico e privato, si avverte l'esigenza di formulare il "Patto per il welfare territoriale” fondante le relazioni multiple tra istituzioni locali, servizi, operatori e soggetti di rappresentanza sociale.
Accettare l’invito a farsi carico insieme della crisi senza provare a confrontare diverse ipotesi di intervento vuol dire porsi nell'angolo delle ambigue corresponsabilità di chi vede nelle politiche dei tagli l'unica soluzione.
Al contrario, proporre un nuovo patto politico per una diversa "alleanza" significa confrontarsi a tutto campo sul tema generale dello sviluppo locale, chiamando in causa scelte amministrative più ampie e dunque movimentazione di risorse altre da quelle destinate (e insufficienti ) all'ordinaria "spesa sociale".
C'è un modo diverso per amministrare le nostre comunità locali, salvaguardando i cardini fondamentali del sistema di protezione sociale, dentro al ciclone della crisi economica? Sì, per esempio, attraverso prassi di strette correlazioni e collegamenti  dei diversi assessorati comunali che valutino le ricadute sociali conseguenti alle scelte compiute dai singoli Assessori. E su queste nuove prassi si può e si deve rinnovare il sistema partecipativo - programmatico.
Purtroppo però l'esperienza partecipativa di questi anni registra una flessione e produce delle incongruenze. L'impegno delle organizzazioni sociali ai tavoli dei Piani di Zona spesso non si riverbera sulle scelte compiute dalla Amministrazioni Comunali. C'è il rischio di "normalizzazione"
del sistema di governance, diventato ormai "ordinario lavoro" che produce tavoli faticosi e frustranti, dove si discute ma non si producono co-decisioni, reti e relazioni di partnership, scelte condivise.
In questo clima, la pur legittima preoccupazione degli amministratori comunali e dei loro dirigenti sulle risorse economiche rischia di diventare "linguaggio prevalente ed esclusivo" a spese di un approccio maggiormente "creativo e condiviso", distruggendo in tal modo la costruzione davvero partecipata delle politiche sociali del territorio.
Serve un confronto fra Amministrazioni, Terzo Settore, Organizzazioni Sindacali per individuare un modo diverso e possibile di tutela dei diritti di cittadinanza fondamentali , non sacrificabili sull'altare dei provvedimenti restrittivi anticrisi.

Nessun commento:

Posta un commento