sabato 18 febbraio 2012

DISTRETTI URBANI DEL COMMERCIO.

Regione Lombardia cerca di favorire e valorizzare con cospicui finanziamenti le funzioni degli esercizi di vicinato nei centri urbani in collaborazione con le categorie rappresentative dei commercianti. 

Dal 2009, Regione Lombardia promuove specifici bandi in tal senso finanziando progetti presentati da Comuni capoluogo di provincia, Comuni con più di 25.000 abitanti e da raggruppamenti di piccoli Comuni . 


Il percorso di promozione e valorizzazione del commercio, in particolare quello di vicinato, attraverso la gestione integrata dei servizi e sotto la supervisione di una cabina di regia costituita da Regione, Comuni, Camere di Commercio, Associazioni di Categoria e Privati è entrata ormai nella fase operativa. 

Gli interventi riguardano la riqualificazione degli stessi esercizi commerciali, l'accessibilità e la mobilità urbana, la promozione di eventi di varia natura, la sicurezza e la prevenzione, l'attivazione di servizi per la clientela nell'ambito del Distretto, il marketing del territorio e la comunicazione. 


La politica sottesa ai finanziamenti concessi è quella di rispondere allo svantaggio competitivo con le grandi polarità commerciali extraurbane (mall, centri commerciali, factory outlet centre) creatisi a causa della mancanza di una “regia unitaria” nei modelli di sviluppo del commercio. 

Cambia il ruolo che assume il commercio; esso diviene agente di integrazione dello sviluppo locale. Si concretizza un nuovo modo di organizzare il sistema commerciale costituito da una agglomerazione spontanea di offerta finalizzato a ridurne lo svantaggio competitivo con i poli di offerta esterni e a migliorarne la capacità di attrazione e la centralità nell’esperienza di acquisto del consumatore. 

Non esiste quindi un “modello” predefinito di distretto commerciale urbano, ma esiste un approccio e un metodo di lavoro che accomuna la nascita e lo sviluppo di un distretto. 




Anche vicino a Senago, iniziano ad essere diverse le esperienze in tal senso: si pensi a Saronno, oppure a Rho che appartiene al medesimo bacino provinciale. 

Quanto a Rho, appunto, il Comune ha lavorato con l'unione Comemrcianti e il progetto ha interessato complessivamente 350 esercenti con un massiccio lavoro di coordinamento. 

Nel centro città verrà realizzato un CENTRO COMMERCIALE NATURALE: le Imprese potranno dotarsi di nuove attrezzature per spazi esterni ai locali: insegne, tende, saracinesche antigraffiti, telecamere di video-sorveglianza, sistemi antifurto. All'Unione del Commercio è affidato il monitoraggio del Distretto, in termini di: concorrenza; profilo di consumatori, commercianti e residenti; analisi delle loro prospettive. Al Comune spetta la sistemazione di un parcheggio da asservire al centro commerciale ed una rivisitazione della viabilità, funzionale, appunto , allo stesso. 

Si tratta di un progetto che, oltre a rivitalizzare il commercio, rivalorizza il centro città che diviene naturalmente lo spazio ove far convergere eventi ed iniziative diverse. 









































































































martedì 14 febbraio 2012

Le potenzialità di un sistema territoriale integrato.


Un Sistema Territoriale è l'insieme delle azioni tese a unire enti locali, altri enti pubblici, imprese, categorie sociali e capitali disponibili verso lo sviluppo economico e sociale condiviso di un territorio, partendo dalla vocazione, dalla cultura, dall'ambiente di quella specifica area.
Si realizza con grande capacità di fare rete, di unire le potenzialità, le energie presenti, le idee e i progetti con grande libertà e senza campanilismi.
Ormai sempre più spesso le risorse delle Fondazioni Bancarie nonché i finanziamenti dei grandi progetti europei sono finalizzati alla realizzazione dei Sistemi Territoriali. 
La qualità urbana deve essere assunta come obiettivo per lo sviluppo e come parametro per la riconfigurazione degli assetti territoriali che non hanno più modo né bisogno di espandersi, ma piuttosto di ripensarsi al loro interno e di orientarsi a rispondere a bisogni sempre nuovi.
Diventa indispensabile di fronte alle sfide poste dai cambiamenti socio-economici, dalla crisi e dalla necessaria riorganizzazione dei sistemi di welfare, ricercare le sinergie di rete possibili fra pubbliche amministrazioni, imprese profit e terzo settore verso lo sviluppo delle vocazioni territoriali e la costruzione di sistemi locali integrati.
In tale contesto, la stesura di un PGT costituisce un'opportunità per ragionare in modo congiunto sulla città, adottando parallelamente prospettive differenti (di tipo più tradizionale e rivolto alla regolazione, e di tipo più innovativo e rivolto alla sperimentazione) nell'ottica di inscrivere la relatà locale in un percorso di cambiamento.
A livello di ambito provinciale, sono avviate ricerche commissionate dalle Camere di Commercio, utili alle Amministrazioni locali per riflettere sulle proprie potenzialità con lo scopo di riattivare la realtà economica approfittando delle opportunità di riqualificazione offerte dagli spazi disponibili diventando motore di costruzione di un sistema di servizi capace di connotare il territorio. Si tratta di cogliere le interconnessioni e le integrazioni possibili fra territorio – impresa – ambiente socio-economico.
I driver sui quali calare la riflessione, allora, sono diversi e ciò a sottolineare la visione multidimensionale del territorio, e attengono alla:
  • qualità economica (es. riconoscimento delle filiere economiche e verifica delle loro potenzialità per lo sviluppo locale)
  • qualità sociale ( es. individuazione dei servizi sottorappresentanti ma che potrebbero costituire vettore di identificazione territoriale)
  • qualità ambientale ( es. valutazione del grado di compromissione; opportunità di riqualificare spazi urbani..)
La riflessione, supportata dall'analisi di una serie di dati e informazioni in tal senso, fa emergere un quadro strategico da sottoporre, discutere e condividere con gli stakeholders di questo sistema affinchè emergano ipotesi progettuali condivise che andranno verificate quanto a fattibilità e praticabilità anche col confronto di analoghe esperienze su altri territori analizzandone ed evidenziandone potenzialità e limiti (analisi SWOT) e fornendo indicazioni sulle modalità operative di attuazione delle ipotesi progettuali. 


lunedì 13 febbraio 2012

IL RECUPERO DELLE AREE DISMESSE.


Il decreto sviluppo (Dl 78/2011), nel semplificare le procedure relative all'attività edilizie e alla trasformazione del territorio, mira anche a favorire il recupero delle aree dismesse attraverso il riconoscimento di incentivi e semplificazioni procedurali. L'articolo 5 del decreto (comma 9 e seguenti), punta sulla razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente attraverso il recupero di aree urbane degradate ed edifici non residenziali dismessi.
Trattasi di un tema molto complesso nel quale si intrecciano problemi ambientali e urbanistici, convivono disposizioni normative non sempre coordinate, tempi incerti, costi potenzialmente maggiori rispetto ai nuovi sviluppi. E questo vale in particolare per la bonifica e il ripristino ambientale, che possono rappresentare un onere eccessivo per gli investitori.
Non sono mancati in passato tentativi legislativi volti a favorire il recupero delle ex aree industriali – come ad esempio nel Dlgs 152/2006 – ma questi tentativi si sono rivelati poco efficaci in quanto, pur prevedendo norme ad hoc, risultavano spesso troppo rigidi (conferma della destinazione produttiva delle aree) ed economicamente poco allettanti per gli operatori privati (costi di bonifica interamente a carico della proprietà).
Il Dl sviluppo, invece, sembra compiere un passo in più, in quanto chiede alle regioni di emanare specifiche leggi che incentivino il recupero delle aree industriali dismesse attraverso il riconoscimento di premi volumetrici, trasferimento di volumetrie e inserimento di nuove destinazioni d'uso con interventi di demolizione e ricostruzione.
Già in passato la Regione Lombardia aveva cercato di incentivare il recupero delle aree dismesse anche attraverso la previsione di una definizione di area dismessa (legge regionale 1/2007) o il riconoscimento di strumenti e incentivi economici – quali lo scomputo di parte dei costi di bonifica dagli oneri di urbanizzazione (legge 10/2009) – che potessero effettivamente favorire gli interventi di recupero su tali aree, ma una previsione di legge a livello nazionale è un passo in più.
Le aree industriali dismesse rappresentano un potenziale danno territoriale, sociale ed economico e possono costituire un pericolo per la salute, per la sicurezza urbana e sociale e per il contesto ambientale e urbanistico. Il recupero delle stesse pertanto è attività di pubblica utilità e di interesse generale perchè permette lo sviluppo delle città attraverso la conservazione e la salvaguardia delle aree verdi e il riutilizzo di aree già urbanizzate. 
Al fine di promuovere il recupero delle “aree urbane compromesse”, Regione Lombardia le ha in primo luogo definite includendo tra esse le aree degradate o dismesse.
Per quanto riguarda il recupero di aree compromesse interessate da dismissione industriale, Regione Lombardia dà ai Comuni anche la facoltà di procedere sollecitando direttamente i proprietari a presentare progetti per il recupero e ad attivare eventualmente un procedimento ad evidenza pubblica per la realizzazione di iniziative promosse da altri soggetti imprenditoriali. (LR n. 1 del 2 febbraio 2007, appunto).
Infine anche il Piano Territoriale Regionale (PTR), partendo dai principi dello sviluppo sostenibile e della sostenibilità ambientale dell’abitare, ha assunto come riferimenti essenziali la minimizzazione dell’uso di nuovo territorio attraverso una migliore utilizzazione delle aree già urbanizzate e dei volumi edilizi esistenti ed il recupero delle aree dismesse, degradate o abbandonate, con priorità su ogni altra forma di edificazione.
Che cosa Regione Lombardia intende per “area Dismessa”: si intendono quelle comprendenti aree a destinazione industriale, artigianale, terziaria e commerciale, con superficie coperta superiore a duemila metri quadrati, nelle quali la condizione dismissiva, caratterizzata dalla cessazione delle attività economiche su oltre il cinquanta per cento delle superfici coperte, si prolunghi ininterrottamente da oltre quattro anni (art. 7 comma 1 della LR. 1/2007).
Il riutilizzo della aree dismesse può avvenire solo attraverso l’insediamento di nuove funzioni e destinazioni che conferiscano all’area un nuovo interesse e, dunque, un nuovo mercato.
La programmazione urbanistica dell’area deve considerare l’assetto complessivo del centro urbano e del territorio. Le nuove destinazioni e funzioni da inserire sull’area incidono sensibilmente sugli obiettivi dell’eventuale bonifica ambientale e ne rendono sostenibile l’intervento di ripristino ambientale da un punto di vista economico.
Occorre, quindi, coordinare la programmazione urbanistica con quella       ambientale per avere un unico progetto complessivo di riferimento. Nel caso in cui i costi di bonifica risultino eccessivamente onerosi, occorre prevedere incentivi: la programmazione di nuove funzioni o destinazioni da insediare nell’area rappresenta sicuramente il maggior incentivo per una 
riqualificazione del sito, in quanto questo viene ricollocato nel mercato.
Numerose sono già le esperienze, anche in Provincia di Milano, in tal senso.
Basti citarne alcune a titolo esemplificativo:
Sesto San Giovanni: 
la riqualificazione di un quartiere vissuta come occasione per migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti attraverso la progettazione partecipata costruendo, quindi, insieme il benessere del proprio quartiere.
Questo è avvenuto per il giardino di via Forlì, inventato dai cittadini del quartiere per rispondere ai desideri di tutti; per il Contratto di Quartiere Parpagliona e il progetto Legami Comunitari, testimonianze di un processo di condivisione strutturato che ha avuto ricadute positive nel quartiere e nella città intera. 
Comune di Milano:
Il nuovo piano di riqualificazione della Darsena di Milano e dell'area contigua: si tratta di un complesso di interventi di valorizzazione paesaggistica e ambientale degli spazi aperti nella cintura Ovest della città, dei Navigli e della rete irrigua che Expo 2015 lascerà in eredità a Milano.
Il piano di riqualificazione sarà attuato dalla Società Expo 2015. E' un tassello che si inserisce nel progetto dell'Amministrazione milanese di costruzione di una città più vivibile e più attrattiva da tutti i punti di vista, migliore per chi ci abita e per quanti arrivano da fuori per lavoro o per turismo.
L'albergo costruito nel Parco Agricolo Sud di Milano per i Mondiali di calcio di Italia '90, ma mai completato e ormai in stato di degrado ambientale e abbandono, sarà abbattuto. Il Comune di Milano ha infatti approvato la delibera grazie alla quale sarà possibile risolvere la vicenda urbanistica di quello che è stato definito "l'ecomostro di via Bonfaldini-Monluè" e sanare l'annosa questione della destinazione d'uso delle due Torri Garibaldi permettendo così il recupero e la riqualificazione di un'area con il mutamento di destinazione d'uso delle Torri da terziario pubblico a terziario privato. All'Amministrazione saranno ceduti i circa 260mila metri quadrati di aree in località Cascina Grande (zona Monluè), demolendo l'ecomostro dei Mondiali e ripristinando l'area verde a polmone per il quartiere e per tutta la città.

sabato 4 febbraio 2012

Eliminazione dei certificati nei rapporti cittadino-pubblica amministrazione


La Legge di stabilità 2012 (L. 12/11/ 2011, n.183) in vigore dal 1° gennaio 2012 ha introdotto diverse novità in materia di certificazioni e dichiarazioni sostitutive.
Ecco quelle più significative:
  • dal 1° gennaio 2012 è vietato alle pubbliche amministrazioni (Ministeri, Regioni, Province, Comuni, Prefetture, Questure, Camere di Commercio, INPS ecc) e ai gestori o esercenti di pubblici servizi (Enel, Poste, Treni Italia, ecc.) richiedere ai cittadini certificati che possono essere autocertificati; 
  • le certificazioni rilasciate dalla Pubbliche Amministrazioni (Comuni, ecc.) relativamente a stati e qualità personali sono utilizzabili solo nei rapporti tra privati
  • sulle certificazioni da rilasciare ai soggetti privati, a pena di nullità, deve essere messa una apposita dicitura che indichi che il certificato non può essere prodotto agli organi della Pubblica Amministrazione e ai gestori di pubblici servizi; 
  • i certificati anagrafici, le certificazioni di Stato Civile, gli estratti e le copie integrali degli atti di Stato Civile non sono più ammessi oltre i termini di validità (6 mesi), anche nel caso in cui l´interessato dichiari, in calce al documento, che le certificazioni contenute non hanno subito variazioni dalla data del rilascio; 
  • le Pubbliche Amministrazioni e i gestori di pubblici servizi non possono richiedere ai cittadini la produzione di atti o certificati inerenti stati, qualità personali e fatti che risultino «autocertificabili», che siano attestati in documenti già in loro possesso o che essi siano tenuti a certificare. In luogo di tali atti o certificati le P.A. sono tenute ad acquisire d´ufficio le relative informazioni oggetto delle dichiarazioni sostitutive di certificazioni o dell´atto di notorietà. Diversamente, rimangono obbligate ad accettare la dichiarazione sostitutiva resa dall´interessato.

LA RIQUALIFICAZIONE DELLA METROTRANVIA MILANO – LIMBIATE ------ SARONNO.


 E’ all’ordine del giorno, in questo periodo, la tematica relativa alla riqualificazione della linea Milano-Limbiate (Mombello). Il tema è interessantissimo e determinante per una “riqualificazione” della nostra città in termini di viabilità e di collegamento con Milano.
Le città interessate hanno già dichiarato il loro essere favorevoli all’intervento. Questo è avvenuto ad un incontro avvenuto i giorni scorsi in Provincia di Milano e convocato con lo scopo di fare il punto sulla proposta di ammodernamento della linea tranviaria. 
La volontà della Regione, è quella di dare compiutezza all’originario progetto di riqualificazione del tram che avrebbe a maggior ragione se arrivasse sino alla stazione Groane della Saronno - Seregno. L´ipotesi, invece, di fermarsi a Varedo non avrebbe nessuna rilevanza sui piani dei trasporti della Regione, che punterebbe a collegare tra loro tutti i mezzi del trasporto pubblico.
La richiesta dei sindaci presenti è stata unanime: quella di rivedere il piano finanziario del progetto manifestando la volontà di voler ridiscutere le quote di spettanza. 
Siamo solo alla ripresa dei “lavori” di un tavolo molto importante per il futuro delle città coinvolte.
E Senago? 
Non so’ se sia stata presente già a quell’incontro o se comunque si sia già in qualche modo “attivata” sul tema … certo è che queste sono fasi determinanti per….. non perdere anche questo treno….  
Aggiungo, solo, come un disegno di Piano del Governo del Territorio  diventi strategico se pensato anche in funzione di  questa importantissima fonte di collegamento diretto con Milano.

SERVIZI AI GIOVANI: NOVITA’ SUL CAMPO DELL’ORIENTAMENTO E DELL’INSERIMENTO LAVORATIVO.


E’ nuovo e sta per essere lanciato dalla Gi Group un programma tutto dedicato ai giovani. Si chiama YOUng First ed è pensato per accompagnare neodiplomati e neolaureati nella ricerca della migliore possibilità occupazionale, sia in Italia che all’Estero.
La Gi Group ha aperto 5 filiali in tutta Italia di cui una a Milano al fine di erogare servizi di orientamento, formazione e selezione, nonché canali privilegiati di ricerca del lavoro e informazioni sui tirocini e apprendistato.
Si tratta di una sorta di “evoluzione” rispetto ai vecchi servizi Informagiovani e con un focus specifico sul mercato del lavoro; una sorta di agenzia di collocamento/formazione e orientamento per giovani.
A partire da Marzo, poi, sono già calendarizzate sette tappe del GI Day (a giugno a Milano!) che è l’evento che offre ai giovani la possibilità di incontrare aziende leader  del territorio oppure per avere la possibilità per essere orientati a percorsi di studio. 
Il Gi Day Orientamento al Lavoro è un evento dedicato ai giovani neodiplomati e neolaureati in cerca di prima occupazione. I partecipanti avranno l’opportunità di incontrare le aziende più rappresentative del territorio attraverso colloqui di gruppo. Riceveranno inoltre una formazione dettagliata in merito al funzionamento dell’assesment e in merito agli strumenti per affrontarlo nel modo migliore.
Il Gi Day Orientamento al Lavoro e all’Istruzione è una giornata dedicata ai giovani disoccupati che hanno il desiderio di approfondire la conoscenza dell’attuale mercato del lavoro al fine di individuare le opportunità più in linea con le loro esigenze. Durante la giornata verrà effettuata una panoramica sul mercato del lavoro, verranno erogati questionari di autovalutazione e si potranno incontrare enti di formazione per attività di orientamento ai corsi di formazione disponibili. 
A giugno, a Milano, in data specifica ancora da fissare, il G Day conterrà entrambe le opzioni.
Dal punto di vista tecnologico, verranno sviluppate applicazioni per raggiungere i giovani direttamente sul telefonino con offerte di lavoro, notizie e suggerimenti, oltre che con l’utilizzo di facebook e Twitter.

lunedì 30 gennaio 2012

LA CRISI COME OPPORTUNITA'.


Albert Einstein, nel suo libro “Il mondo come io lo vedo” del 1956, affronta il tema della crisi e   fornisce una ricetta per affrontarla che io trovo decisamente veritiera e utile ancora oggi per tutti noi:
“ Non pretendiamo che le cose cambino, se agiamo sempre allo stesso modo.
          La crisi può essere una grande benedizione per le persone e i paesi,
perchè la crisi porta con sé il progresso.

La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte scura.
E' nella crisi che sorgono l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
      Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e disagi,
inibisce il proprio talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.
              La vera crisi è l'incompetenza.
      Il più grande inconveniente delle persone e delle nazioni
è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie d'uscita ai propri problemi.

    Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.
                          Senza crisi non c'è merito.
              E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno,
          perchè senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.
                   Parlare della crisi significa promuoverla, 
non parlarne durante una crisi significa esaltare il conformismo.
      Invece di fare questo, lavoriamo duramente.

            Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa,
                che è la tragedia di non voler lottare per superarla”.

sabato 28 gennaio 2012

PRIMARIE DEL 22.01.2012: A SENAGO GRAN SUCCESSO PER UN CENTROSINISTRA CHE VUOLE IL RINNOVAMENTO.


Innanzitutto, un ringraziamento di cuore a tutti coloro che si sono impegnati ed hanno lavorato per la buona riuscita di questo importante appuntamento che si è dimostrato essere, ancora una volta, un grande momento di democrazia e di partecipazione: ben 1085 sono, infatti, i senaghesi che hanno votato. 
L'esito della consultazione, come sapete, ha assegnato a Lucio Fois il compito di essere il candidato Sindaco della coalizione di centrosinistra alle prossime amministrative.
Ciò rappresenta sicuramente un successo ed esprime una forte volontà di cambiamento dopo la disastrosa amministrazione del centrodestra con la giunta Rossetti.
L'ampia partecipazione degli elettori è stata espressione del forte consenso nei confronti di quel cammino di rinnovamento nell'ambito del centrosinistra che il Partito Democratico ha intrapreso da tempo.
Un consenso che ci impegna, ancora di più, sulla strada di un rinnovamento necessario alla qualità stessa del "fare politica", per costruire un progetto politico-amministrativo per Senago adeguato ai tempi, in un ottica meno localistica e, infine, per proporre una classe dirigente nuova, capace e competente.
Siamo convinti che questo nostro impegno verso il rinnovamento rappresenti un punto di forza per l'intera coalizione di centrosinistra, rendendola capace di vincere le elezioni amministrative e, soprattutto, in grado di ben governare per i prossimi cinque anni.
A questo progetto di cambiamento crede il Partito Democratico e con questo impegno sta lavorando nell'ambito della coalizione con spirito di lealtà e di responsabilità verso un elettorato al quale vuole mantenersi fedele e col quale otterrà, insieme alle altre forze di coalizione,  il meritato successo alle prossime elezioni comunali.

giovedì 26 gennaio 2012

QUEST'ANNO DONIAMO A SENAGO IL NOSTRO 5 PER MILLE.


CHE COS'E' IL 5 PER MILLE:
Il 5 per mille è un meccanismo, previsto dalla legge finanziaria, che permette ai contribuenti di destinare a favore di determinati soggetti legati al non profit una quota pari al 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche prodotto nell'anno precedente.
Il 5 per mille non è un'imposta aggiuntiva: lo Stato rinuncerà alla quota del 5 per mille per destinarla alla finalità indicata dal contribuente. La scelta di destinazione del 5 per mille e quella dell' 8 per mille non sono alternative fra loro ed entrambe non comportano ulteriori esborsi per il contribuente.
BENEFICIARI:
Il contribuente può scegliere alternativamente di finanziare le attività:
a) sostegno a favore del volontariato e altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale,  associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionali, regionali e provinciali, associazioni e fondazioni riconosciute 
b)finanziamento della ricerca scientifica e universitaria;
c)finanziamento della ricerca sanitaria;
d)sostegno alle attività sociali svolte dal proprio Comune di residenza
e)sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche riconosciute ai fini sportivi dal CONI a norma di legge
PERCHE' SCEGLIERE DI DARE AL COMUNE IL 5 PER MILLE?
Perche’ il nostro Comune siamo noi, e perche’ serve a sostenere la spesa sociale, cioe’ quegli interventi fatti dall' amministrazione comunale per alleviare tutte le situazioni di disagio che oggi sono anche in aumento, purtroppo.
Tra l'altro, il Fondo nazionale per le politiche sociali, che serve a finanziare gli interventi sul territorio per le attivita’ sociali e che quindi viene destinato a tutti i Comuni, e’ stato brutalmente ridimensionato.
Dare al Comune il 5 per mille, aiuta a recuperare almeno una parte dei fondi che sono venuti a mancare per aiutare le fasce piu’ bisognose della popolazione, anche nella nostra citta’.
Il Comune utilizzerà i fondi derivanti dal 5 per mille proseguendo e ampliando i servizi sul versante del sociale, utilizzando le proprie strutture e avviando collaborazioni con enti o associazioni che operano nel sociale.
Se non destineremo il 5 per mille non risparmieremo nulla e non aiuteremo nessuno e quei fondi rimarranno allo Stato. Se firmerai per il Comune, rimarranno a disposizione della nostra comunita’.
Destinare il cinque per mille é un gesto di grande importanza e significato attraverso il quale ciascun cittadino può partecipare al benessere della propria collettività .. un gesto che oggi assume ancora più valore e che dobbiamo fare perchè  è una scelta di responsabilità verso la nostra città.
IO DONERO' IL MIO 5 X MILLE AL COMUNE DI SENAGO.

venerdì 20 gennaio 2012

GRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE FAMILIARE


CHE COSA SONO?
Sono gruppi d’acquisto formati da famiglie che per ottimizzare l’acquisto di prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra gli aderenti al gruppo, provvedono a stipulare accordi diretti con fornitori e produttori.
A COSA SERVONO?
Servono a ridurre i costi del prodotto finito, riducendo i passaggi di filiera, creando contatto diretto fra produttore e consumatore finale. L'acquisto segue il principio della selezione del prodotto che, in base alla tipologia e alla caratteristica, deve essere rispettoso dell’ambiente e delle condizioni di lavoro.
Nascono dalla spontanea richiesta delle famiglie di ridurre i costi della spesa, mantenendo un discreto livello di qualità e che,attraverso una serie di contatti personali, di condivisione di esigenze, e di richieste, creano,  tale scopo, un gruppo di famiglie coordinate da una o più famiglie per far fronte agli acquisti.
QUAL' E' LA FINALITA'?
E' quella di costituire una Rete di famiglie che, agiscano secondo il principio dell' AUTOMUTUOAIUTO, perchè, condividendo i medesimi problemi (carovita) perseguono identici obiettivi e insieme si sostengono reciprocamente. 
Una rete che non è realtà a sé stante, ma che partecipa alla più ampia rete cittadina del volontariato costituendo una realtà che opera come aiuto,  punto di riferimento e collegamento che ha lo scopo di scambiare informazioni ed  esperienze. 
Penso che anche a Senago l'attività di realtà così improntati debbano essere sostenute ed incentivate in quanto in grado di fornire aiuti concreti e mirati alle famiglie aiutandole a rendere qualitativamente migliore la loro spesa e a spendere meno.
Un aiuto alle famiglie che, diversamente, l'Amministrazione da sola non è in grado di fornire... 

giovedì 19 gennaio 2012

Lettera aperta a tutti i senaghesi. Di Rocco Lucente, coordinatore del circolo PD Mantica-Lattuada di Senago



Votazioni Primarie della coalizione di centrosinistra
Il PD sostiene Micaela Curcio
Lettera aperta di Rocco Lucente, coordinatore del circolo PD di Senago
Cari senaghesi, 
Domenica 22 gennaio si terranno le votazioni primarie della coalizione di centrosinistra. E' un appuntamento importante di grande valore democratico: ai cittadini elettori del centrosinistra spetterà l'ultima parola per decidere chi dovrà essere il candidato sindaco della coalizione alle prossime elezioni amministrative.
Il Partito Democratico ha intrapreso negli ultimi anni un percorso di rinnovamento per riuscire ad essere una forza politica capace di interpretare i cambiamenti in atto e a proporre una politica fondata sui principi di equità e solidarietà.
Questo rinnovamento si fonda su tre punti fondamentali:
  • puntare sulla qualità della politica dando forza ai contenuti, alle idee, alle proposte, ai progetti. Uscire dagli schemi ormai logori che hanno visto i partiti rinchiudersi su se stessi per dare la priorità ad una visione basata sul Bene Comune.
  • Proporre per Senago un progetto politico capace di superare una visione localistica che mostra ormai tutta la sua inadeguatezza creando le condizioni per una nuova amministrazione capace di "fare rete", di confrontarsi a pieno titolo con le altre istituzioni (Comuni limitrofi, Provincia, Regione) in una visione allargata all'area metropolitana milanese. E in questo senso il Partito Democratico è in grado di dare il suo contributo grazie al suo forte radicamento e alla presenza nei vari organismi istituzionali.
  • far crescere una nuova classe dirigente favorendo anche il ricambio generazionale per essere in grado di interpretare al meglio i nuovi bisogni e i cambiamenti sociali in atto.
La candidatura di Micaela Curcio, che noi sosteniamo con forza, rappresenta pienamente questo percorso: il rinnovamento necessario per affrontare in modo nuovo la politica.
Inoltre per formazione ed esperienza professionale Micaela è in grado di portare capacità e competenza. La sua grande conoscenza della macchina amministrativa, in tutti i suoi aspetti, è oggi un valore aggiunto alla capacità di proporre politiche adeguate, in una situazione di scarse risorse per gli Enti Locali. 
Vi invitiamo quindi a partecipare alle primarie
Domenica 22 gennaio - in largo Garibaldi, 10 
e a votare Micaela Curcio
le elezioni primarie si svolgeranno dalle ore 8 alle ore 20
Il coordinatore del circolo PD di Senago
Rocco Lucente

martedì 17 gennaio 2012

ELABORARE NUOVE STRATEGIE PER UN WELFARE IN TEMPO DI CRISI


Le ripercussioni sul welfare locale legate all’attuale crisi portano a riflettere sulla necessità di una costruzione partecipata dei Piani di Zona negli ambiti territoriali della Provincia.
La  legge 328/00, che ha riformato il sistema di welfare, ha svolto il compito di coagulare attorno ai Piani di Zona molti soggetti titolari di rappresentanza e di responsabilità sociale.
Istituzioni, Terzo Settore e Sindacati hanno in questi anni tacitamente presupposto un patto di collaborazione, impegnandosi a realizzare i processi di riforma indicati dalla legge quadro.
Dopo dieci anni, con una crisi che modifica il modello di welfare fondato sull'integrazione tra pubblico e privato, si avverte l'esigenza di formulare il "Patto per il welfare territoriale” fondante le relazioni multiple tra istituzioni locali, servizi, operatori e soggetti di rappresentanza sociale.
Accettare l’invito a farsi carico insieme della crisi senza provare a confrontare diverse ipotesi di intervento vuol dire porsi nell'angolo delle ambigue corresponsabilità di chi vede nelle politiche dei tagli l'unica soluzione.
Al contrario, proporre un nuovo patto politico per una diversa "alleanza" significa confrontarsi a tutto campo sul tema generale dello sviluppo locale, chiamando in causa scelte amministrative più ampie e dunque movimentazione di risorse altre da quelle destinate (e insufficienti ) all'ordinaria "spesa sociale".
C'è un modo diverso per amministrare le nostre comunità locali, salvaguardando i cardini fondamentali del sistema di protezione sociale, dentro al ciclone della crisi economica? Sì, per esempio, attraverso prassi di strette correlazioni e collegamenti  dei diversi assessorati comunali che valutino le ricadute sociali conseguenti alle scelte compiute dai singoli Assessori. E su queste nuove prassi si può e si deve rinnovare il sistema partecipativo - programmatico.
Purtroppo però l'esperienza partecipativa di questi anni registra una flessione e produce delle incongruenze. L'impegno delle organizzazioni sociali ai tavoli dei Piani di Zona spesso non si riverbera sulle scelte compiute dalla Amministrazioni Comunali. C'è il rischio di "normalizzazione"
del sistema di governance, diventato ormai "ordinario lavoro" che produce tavoli faticosi e frustranti, dove si discute ma non si producono co-decisioni, reti e relazioni di partnership, scelte condivise.
In questo clima, la pur legittima preoccupazione degli amministratori comunali e dei loro dirigenti sulle risorse economiche rischia di diventare "linguaggio prevalente ed esclusivo" a spese di un approccio maggiormente "creativo e condiviso", distruggendo in tal modo la costruzione davvero partecipata delle politiche sociali del territorio.
Serve un confronto fra Amministrazioni, Terzo Settore, Organizzazioni Sindacali per individuare un modo diverso e possibile di tutela dei diritti di cittadinanza fondamentali , non sacrificabili sull'altare dei provvedimenti restrittivi anticrisi.

domenica 15 gennaio 2012

IMPEGNO SOCIALE E IMPEGNO POLITICO DELLE ACLI


Penso di non andare troppo lontano nel dire che il forte impegno nel sociale delle  ACLI vada di pari passo col grande sforzo di cercare di ri-costruire un senso comune alla fede politica da intendersi come servizio alla comunità e per il Bene comune.
L'unica vera garanzia per una buona politica sta nel fatto che i cattolici devono essere presenti in maniera più visibile, più incisiva, più autentica portando tutto sé stessi dentro la politica, facendo sì che vi sia un più stretto raccordo tra il loro operato, la comunità cristiana, l'intera cittadinanza. Di pari passo, la comunità cristiana, non deve e non può lasciare i politici soli a sé stessi. E ciò nella logica della responsabilità e della partecipazione come cristiani e come cittadini.
E' all'insegna di questo “credo” politico che il Circolo ACLI di Senago, del quale faccio parte, ha organizzato VENERDI' 13 GENNAIO una conferenza stampa per manifestarmi tutto il suo sostegno come candidata Sindaco alle Primarie di centro sinistra che si terranno a Senago il giorno 22 gennaio.
Le ACLI a Senago hanno negli ultimi due anni aperto una funzionalissima nuova sede a Castelletto in Piazza Tricolore ed hanno riammordernato la sede “storica” sita presso l'Oratorio di Senago.
Entrambi sono uffici frequentatissimi in quanto è sempre più numerosa la quantità di persone che necessitano di essere supportate ed aiutate nelle pratiche pensionistiche, d'invalidità, di successione, legali...etc
Durante la conferenza stampa ho avuto la fortuna di ascoltare e di sentire, da esponenti regionali come Giovambattista Armelloni – Presidente regionale ACLI e provinciali come Gianni Bottalico – Presidente Provinciale ACLI e dal suo Direttivo, parole di incoraggiamento, di sostegno e di forte vicinanza.
Altrettanto calorosa è stata la testimonianza e la presenza  di Sindaci di Comuni limitrofi che credono ed operano nel senso di riconoscere valore ed importanza all'Associazionismo nei territori ed, in particolare, al servizio svolto dalle ACLI nelle loro città. Erano presenti:
  • Raffaele De Luca – Sindaco di Limbiate
  • Renzo Moretti – Sindaco di Solaro
  • Giuseppe Corbari – Sindaco di Baranzate
La loro testimonianza è stata per me di sprono ulteriore all'importanza ed alla necessità di impegnarmi nel costruire per Senago un'Amministrazione AL SERVIZIO della città e dei suoi cittadini.
Poi, altrettanto utile ed interessante è stato l'incontro e la partecipazione attiva alla serata del Consigliere Regionale PD – Fabio Pizzul – Vice Segretario Regionale del Partito Democratico col quale ho a lungo parlato dell'importanza di stringere alleanze   a livello interistituzionale fra i vari livelli della politica come felice momento di cooperazione utile agli scopi di un'Amministrazione locale ma anche della Regione che, così facendo, mantiene il contatto ed il polso delle situazioni locali.

SOSTENIBILITA’ ENERGETICA ED AMBIENTALE: IL PATTO DEI SINDACI.


“Convenant of Mayors”, o Patto dei Sindaci è un’iniziativa della Commissione Europea risalente al 2008 che coinvolge tutte le città europee nei temi della sostenibilità energetica ed ambientale con particolare attenzione alla sensibilizzazione dei cittadini in materia di consumi energetici, alla mobilità pulita e alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati.
Ritengo fondamentale per un’Amministrazione davvero attenta a queste problematiche non indugiare oltre ed impegnarsi al rispetto dell’obiettivo di riduzione delle emissioni in atmosfera, obiettivo strategico dell’Unione Europea da raggiungersi entro l’anno 2020.
Inoltre è un’occasione che va vista anche come opportunità di crescita dell’economia locale dal momento che apre scenari di sviluppo della Green Economy.
Per poter firmare il Patto, il Sindaco si prende i seguenti precisi impegni:
  1. andare oltre gli obiettivi UE per il 2020 riducendo emissioni di CO2 di almeno il 20%;
  2. presentare entro un anno dall’atto dall’adesione un PIANO D’AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE dettagliando gli obiettivi da raggiungere;
  3. presentare biennalmente una relazione circa gli obiettivi raggiunti e, comunque, circa il monitoraggio e la valutazione degli obiettivi prefissati,
  4. organizzare le giornate dell’energia con lo scopo di interessare i cittadini ad un uso più intelligente dell’energia informandoli sulle opportunità e sui vantaggi di risparmio;
  5. partecipare ogni anno alla conferenza dei Sindaci dell’UE
I piani d’azione di cui al punto 2), devono riguardare sia il settore pubblico che quello privato nei seguenti settori:
  • ambiente urbanizzato
  • infrastrutture urbane
  • pianificazione urbana e territoriale
  • fonti di energia rinnovabile decentrate
  • politiche di trasporto pubblico e mobilità urbana
  • partecipazione dei cittadini
  • comportamenti intelligenti in materia da parte di cittadini e aziende
Fondamentale sarà il rapporto con la Provincia di Milano identificata, come le altre Province aderenti al patto, come struttura di supporto per le azioni dei Comuni a realizzazione del proprio Piano.
I Comuni ad oggi aderenti sono circa 3.000 di cui la metà sono italiani.
I piani d’azione effettivamente elaborati, invece sono molti meno (circa 400) di cui sempre la metà sono italiani.
L’accesso all’incentivazione nazionale ed europea all’utilizzazione di fonti rinnovabili passa, ovviamente, dal canale “privilegiato” derivante dall’adesione al patto. Così come, mi vien da dire, anche la possibilità per gli Enti locali di poter pensare ad interventi di “detrazione fiscale” simili a quelli già esistenti a livello nazionale pur di incentivare l’utilizzo di queste fonti.
Per non parlare dell’idea di ripensare i regolamenti edilizi comunali nel senso che gli stessi diventino cogenti e vincolanti in tema di obblighi e anche  incentivanti riguardo all’innovazione nel settore delle costruzioni.
   
Da ultimo, ritengo ormai strumento utile ed intelligente per il comune dotarsi del Bilancio di Sostenibilità ambienale. Si tratta di un’esperienza già piuttosto conosciuta dalle aziende private che intendono evidenziare le proprie politiche ambientali per meglio rapportarsi alla realtà circostante, ma è un’applicazione poco utilizzata dagli Enti Locali benchè decisamente e fortemente “sponsorizzata” dall’Unione Europea, inizialmente, nell’ambito del programma LIFE AMBIENTE.
Fra l’altro, per un comune come Senago che ha vissuto l’esperienza di Agenda 21, dovrebbe essere la naturale conseguenza e continuazione di quella volontà politica.
Il senso del bilancio è quello di leggere tutte le iniziative interne ed esterne e le scelte politiche e gestionali in chiave di “sostenibilità”. Sempre di più infatti, per il mantenimento ed il miglioramento della qualità della vita nella nostra città, tutte le decisioni che spettano all’ente locale in base alle proprie competenze, o nelle quali esso è in qualche misura coinvolto, dovranno tenere conto dell’impatto futuro che avranno sull’ambiente urbano e sul patrimonio naturale del nostro territorio.
Il cittadino è il principale interlocutore/stakeholder interessato e che deve essere reso partecipe in questo percorso di rendicontazione (accountability) relativo non solo agli aspetti contabili, ma oggi più che mai riguardante gli aspetti ambientali.