L'impegno politico


Il mio impegno non è solamente indirizzato a realizzare una buona politica locale, non basta.
 Alle persone non sempre servono le parole. Credo in una politica concreta, attenta ai piccoli quanto ai grandi bisogni del cittadino.
Questo è il mio impegno: una politica concreta
Occorre instaurare con i cittadini e con i movimenti cittadini, con l'Associazionismo e col terzo Settore, col Privato sociale,... insomma con tutti i principali stakeholders locali, un forte legame di ascolto. Un “tavolo” privilegiato di ascolto ma anche di co-progettazione delle azioni da intraprendere insieme per la realizzazione del mandato politico per cui l'Amministrazione viene eletta. Solo così ritengo che l'impegno politico e le conseguenti azioni concrete possano davvero essere aderenti e coerenti con i bisogni della città.
L'impegno politico va svolto come vero e proprio servizio, non è un “mestiere”, un’attività da cui trarre vantaggi o privilegi, ma è come una missione, cui dedicare gran parte della propria vita senza risparmio e in profonda umiltà. Il fine non può essere altro che il Bene Comune evitando che  l’agire politico divenga la ricerca del trionfo delle idee e delle mire di singole persone o di gruppi. In tutto questo, e, soprattutto in considerazione dei problemi che oggi ogni comunità locale si trova ad affrontare, occorre evitare “improvvisazioni” che rispondano solo in funzione “elettorale” alla ricerca, cioè del famoso consenso... Serve invece affrontare i problemi con senso di responsabilità, con un'attenta analisi, in modo che le decisioni risultino di vera utilità per la città. Vorrei quindi proporvi l'articolo che ho scritto per "Dialoghi" di dicembre 2011:





Saper ascoltare per ben amministrare
La prima caratteristica che dovrebbero avere dei buoni amministratori è quella di saper ascoltare.
Ascoltare la voce dei propri cittadini ed i loro bisogni,dare voce a chi di solito non ne ha, ricercare per loro le migliori tutele e, nel contesto generale del difficile momento economico, riuscire ad assumere delle decisioni, individuando le priorità e dando risposte efficaci e di buon senso in un contesto di risorse scarse.
La seconda caratteristica che dovrebbero avere dei buoni amministratori è quella di ricercare il confronto con i propri concittadini.
Confrontarsi sulle proprie idee ed accettare le critiche costruttive che propongono miglioramenti, per verificare se le idee proposte risolvono davvero i problemi o i bisogni espressi, per comprendere se il proprio
programma amministrativo e politico è ancora attuale ed efficace nella lettura delle priorità e delle azioni da intraprendere oppure necessita di aggiornamento.
Per essere davvero vicini ai problemi della propria comunità e non diventare autoreferenziali.
La terza caratteristica che dovrebbero avere dei buoni amministratori è quella dell’umiltà e della difesa dei valori comuni.
L’umiltà di ammettere eventuali propri errori, l’umiltà di saper agire in base all’interesse della collettività
e non per proprie aspirazioni personali o di parte, l’umiltà di trovare insieme la strada da seguire difendendo sempre i valori propri della Costituzione, mettendoci la faccia sia come uomini e donne pubblici, ma soprattutto come uomini e donne nella sfera della vita privata.
I buoni amministratori devono dare l’esempio.
Non possono arroccarsi nelle proprie idee e principi rendendoli vani e poco efficaci ma uscire dai confini di una sterile politica ed aprirsi al confronto sui problemi della città e su come risolverli, e soprattutto, capire come spendere al meglio le poche risorse economiche a disposizione.
Non ci si può solo lamentare dei continui irresponsabili e scellerati tagli del Governo ai trasferimenti agli Enti Locali e stare ad assistere ad un’azione di progressivo “stritolamento” dei servizi più vicini ai cittadini.
I buoni amministratori devono reagire e trovare soluzioni strutturali che consentano di mantenere la qualità della vita che si è raggiunta e i servizi destinati alle categorie protette ed alle famiglie, senza abbandonare il sogno di vedere la propria città migliore non a discapito delle risorse del singolo cittadino.
In tutto questo, rimane dovere di ogni cittadino partecipare attivamente alla vita della propria città perchè con l’interessamento e l’attivazione diretta dei cittadini si contribuisce ad aiutare chi amministra a dotarsi di una visione del futuro capace, a sua volta, di suscitare partecipazione e speranza.
Le politiche per promuovere la partecipazione dei cittadini a livello municipale sono un fenomeno molto recente, in evoluzione e caratteristico solo di alcuni tipi di Amministrazioni.
Ciò che viene dimostrato con questi metodi di fare politica è che la condivisione della popolazione alla vita della comunità risulta una chiave di svolta per il successo delle politiche attuate.
Ad esempio, politiche di sostenibilità si realizzano solo se i cittadini vengono così profondamente coinvolti da essere disposti anche a cambiare i propri comportamenti pur di raggiungere determinati obiettivi.
Democrazia Partecipata significa presenza diretta e valorizzazione dell’azione propositiva del cittadino nel governo della città e la sua attuazione passa attraverso strumenti operativi come:
il Bilancio partecipato; il PGT partecipato; il bilancio sostenibile; il bilancio sociale; il bilancio di mandato...
Finalmente dovrà trovare adeguata attenzione nelle azioni degli Amministratori pubblici il concetto di accountability ossia la necessità che la Pubblica Amministrazione renda conto dell’attività svolta e dei suoi risultati ai suoi stakeholder (cittadini) in tutte le dimensioni dell’attività e dei risultati dell’amministrare.
La quarta caratteristica che dovrebbero avere dei buoni amministratori è quella, infine, di mettere in atto un vero e proprio “controllo strategico” della propria azione amministrativa, quale processo di riforma delle amministrazioni pubbliche. 
Le informazioni, le proposte, i dati che discendono dall’applicazione degli strumenti partecipativi devono essere utilizzati dall’Amministratore per rendere servizi efficienti ed efficaci tenendo in debita considerazione l’esigenza di contenimento della spesa pubblica che porta nella direzione di una maggiore attenzione nei confronti delle modalità d’impiego delle risorse e di una particolare tensione al conseguimento dei risultati intesi come realizzazione dell’economicità globale.