venerdì 30 dicembre 2011

Gli auguri di un migliore 2012


A pochi giorni dalla chiusura dell'anno 2011, mi sento di fare a tutti noi un augurio per un migliore 2012 ricco, se non di “successi, serenità e abbondanza”...come si era soliti dire, almeno di buoni propositi e che gli stessi divengano, poi, impegni da mantenere.
In questo periodo, infatti, è preferibile fare e ricevere auguri di un anno migliore in quanto per molti il Natale è trascorso poco serenamente e pervaso dalla preoccupazione di non poter garantire a sé stessi e ai propri cari un futuro tranquillo ed economicamente “sostenibile”.
Ho ascoltato con attenzione il messaggio augurale del Presidente Giorgio Napolitano che richiamando la “necessità” della scelta di un governo tecnocratico, ribadisce che "il ruolo della politica resta insopprimibile, non è neppure temporaneamente oscurabile. La formula del governo dei tecnici non è, dunque, da idoleggiarsi. Ma è necessario che i partiti facciano la loro parte, nella fase di transizione che si è avviata; la facciano rinnovandosi, aprendosi nuovamente alla società, acquisendo e valorizzando più fresche, giovani energie, ridefinendo e arricchendo le loro piattaforme ideali e programmatiche. ...(omissis)..E facciano la loro parte nell'ampio spazio che hanno da occupare in questa fase, non solo nel rapporto col governo - un rapporto di distinzione e di corresponsabilità - ma più in generale nell'arena parlamentare, e sempre nell'ascolto del paese". 
Il rigore dettato dalla necessità di risanare le finanze pubbliche, la garanzia di intervenire con equità, e la speranza di una prospettiva di crescita e di sviluppo devono essere gli obiettivi della Politica ad ogni livello.
L'augurio è, quindi, per ora, almeno, che in tutto questo vi sia un'attenzione vigile e focalizzata sulle condizioni dei 'non rappresentati', dei giovani senza lavoro o con deboli prospettive di occupazione e di pensione.
L'augurio è, anche, sempre parafrasando il Capo dello Stato, che la Politica si assuma la responsabilità di rispondere alle attese dei giovani, riconosca la necessità di valorizzare le risorse che essi e le donne oggi fuori del mercato del lavoro rappresentano, insieme con l'obbligo morale di non scaricare sulle spalle delle nuove e delle future generazioni il fardello di un proibitivo debito pubblico.
L'augurio è, infine, che i sacrifici che si stanno chiedendo agli italiani oggi servano a garantire una ripresa economica che, seppur lenta, implichi profondi cambiamenti nello stile di far politica e nello stile di vita di ciascuno di noi. 

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