lunedì 30 gennaio 2012

LA CRISI COME OPPORTUNITA'.


Albert Einstein, nel suo libro “Il mondo come io lo vedo” del 1956, affronta il tema della crisi e   fornisce una ricetta per affrontarla che io trovo decisamente veritiera e utile ancora oggi per tutti noi:
“ Non pretendiamo che le cose cambino, se agiamo sempre allo stesso modo.
          La crisi può essere una grande benedizione per le persone e i paesi,
perchè la crisi porta con sé il progresso.

La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte scura.
E' nella crisi che sorgono l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
      Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e disagi,
inibisce il proprio talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.
              La vera crisi è l'incompetenza.
      Il più grande inconveniente delle persone e delle nazioni
è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie d'uscita ai propri problemi.

    Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.
                          Senza crisi non c'è merito.
              E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno,
          perchè senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.
                   Parlare della crisi significa promuoverla, 
non parlarne durante una crisi significa esaltare il conformismo.
      Invece di fare questo, lavoriamo duramente.

            Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa,
                che è la tragedia di non voler lottare per superarla”.

sabato 28 gennaio 2012

PRIMARIE DEL 22.01.2012: A SENAGO GRAN SUCCESSO PER UN CENTROSINISTRA CHE VUOLE IL RINNOVAMENTO.


Innanzitutto, un ringraziamento di cuore a tutti coloro che si sono impegnati ed hanno lavorato per la buona riuscita di questo importante appuntamento che si è dimostrato essere, ancora una volta, un grande momento di democrazia e di partecipazione: ben 1085 sono, infatti, i senaghesi che hanno votato. 
L'esito della consultazione, come sapete, ha assegnato a Lucio Fois il compito di essere il candidato Sindaco della coalizione di centrosinistra alle prossime amministrative.
Ciò rappresenta sicuramente un successo ed esprime una forte volontà di cambiamento dopo la disastrosa amministrazione del centrodestra con la giunta Rossetti.
L'ampia partecipazione degli elettori è stata espressione del forte consenso nei confronti di quel cammino di rinnovamento nell'ambito del centrosinistra che il Partito Democratico ha intrapreso da tempo.
Un consenso che ci impegna, ancora di più, sulla strada di un rinnovamento necessario alla qualità stessa del "fare politica", per costruire un progetto politico-amministrativo per Senago adeguato ai tempi, in un ottica meno localistica e, infine, per proporre una classe dirigente nuova, capace e competente.
Siamo convinti che questo nostro impegno verso il rinnovamento rappresenti un punto di forza per l'intera coalizione di centrosinistra, rendendola capace di vincere le elezioni amministrative e, soprattutto, in grado di ben governare per i prossimi cinque anni.
A questo progetto di cambiamento crede il Partito Democratico e con questo impegno sta lavorando nell'ambito della coalizione con spirito di lealtà e di responsabilità verso un elettorato al quale vuole mantenersi fedele e col quale otterrà, insieme alle altre forze di coalizione,  il meritato successo alle prossime elezioni comunali.

giovedì 26 gennaio 2012

QUEST'ANNO DONIAMO A SENAGO IL NOSTRO 5 PER MILLE.


CHE COS'E' IL 5 PER MILLE:
Il 5 per mille è un meccanismo, previsto dalla legge finanziaria, che permette ai contribuenti di destinare a favore di determinati soggetti legati al non profit una quota pari al 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche prodotto nell'anno precedente.
Il 5 per mille non è un'imposta aggiuntiva: lo Stato rinuncerà alla quota del 5 per mille per destinarla alla finalità indicata dal contribuente. La scelta di destinazione del 5 per mille e quella dell' 8 per mille non sono alternative fra loro ed entrambe non comportano ulteriori esborsi per il contribuente.
BENEFICIARI:
Il contribuente può scegliere alternativamente di finanziare le attività:
a) sostegno a favore del volontariato e altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale,  associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionali, regionali e provinciali, associazioni e fondazioni riconosciute 
b)finanziamento della ricerca scientifica e universitaria;
c)finanziamento della ricerca sanitaria;
d)sostegno alle attività sociali svolte dal proprio Comune di residenza
e)sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche riconosciute ai fini sportivi dal CONI a norma di legge
PERCHE' SCEGLIERE DI DARE AL COMUNE IL 5 PER MILLE?
Perche’ il nostro Comune siamo noi, e perche’ serve a sostenere la spesa sociale, cioe’ quegli interventi fatti dall' amministrazione comunale per alleviare tutte le situazioni di disagio che oggi sono anche in aumento, purtroppo.
Tra l'altro, il Fondo nazionale per le politiche sociali, che serve a finanziare gli interventi sul territorio per le attivita’ sociali e che quindi viene destinato a tutti i Comuni, e’ stato brutalmente ridimensionato.
Dare al Comune il 5 per mille, aiuta a recuperare almeno una parte dei fondi che sono venuti a mancare per aiutare le fasce piu’ bisognose della popolazione, anche nella nostra citta’.
Il Comune utilizzerà i fondi derivanti dal 5 per mille proseguendo e ampliando i servizi sul versante del sociale, utilizzando le proprie strutture e avviando collaborazioni con enti o associazioni che operano nel sociale.
Se non destineremo il 5 per mille non risparmieremo nulla e non aiuteremo nessuno e quei fondi rimarranno allo Stato. Se firmerai per il Comune, rimarranno a disposizione della nostra comunita’.
Destinare il cinque per mille é un gesto di grande importanza e significato attraverso il quale ciascun cittadino può partecipare al benessere della propria collettività .. un gesto che oggi assume ancora più valore e che dobbiamo fare perchè  è una scelta di responsabilità verso la nostra città.
IO DONERO' IL MIO 5 X MILLE AL COMUNE DI SENAGO.

venerdì 20 gennaio 2012

GRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE FAMILIARE


CHE COSA SONO?
Sono gruppi d’acquisto formati da famiglie che per ottimizzare l’acquisto di prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra gli aderenti al gruppo, provvedono a stipulare accordi diretti con fornitori e produttori.
A COSA SERVONO?
Servono a ridurre i costi del prodotto finito, riducendo i passaggi di filiera, creando contatto diretto fra produttore e consumatore finale. L'acquisto segue il principio della selezione del prodotto che, in base alla tipologia e alla caratteristica, deve essere rispettoso dell’ambiente e delle condizioni di lavoro.
Nascono dalla spontanea richiesta delle famiglie di ridurre i costi della spesa, mantenendo un discreto livello di qualità e che,attraverso una serie di contatti personali, di condivisione di esigenze, e di richieste, creano,  tale scopo, un gruppo di famiglie coordinate da una o più famiglie per far fronte agli acquisti.
QUAL' E' LA FINALITA'?
E' quella di costituire una Rete di famiglie che, agiscano secondo il principio dell' AUTOMUTUOAIUTO, perchè, condividendo i medesimi problemi (carovita) perseguono identici obiettivi e insieme si sostengono reciprocamente. 
Una rete che non è realtà a sé stante, ma che partecipa alla più ampia rete cittadina del volontariato costituendo una realtà che opera come aiuto,  punto di riferimento e collegamento che ha lo scopo di scambiare informazioni ed  esperienze. 
Penso che anche a Senago l'attività di realtà così improntati debbano essere sostenute ed incentivate in quanto in grado di fornire aiuti concreti e mirati alle famiglie aiutandole a rendere qualitativamente migliore la loro spesa e a spendere meno.
Un aiuto alle famiglie che, diversamente, l'Amministrazione da sola non è in grado di fornire... 

giovedì 19 gennaio 2012

Lettera aperta a tutti i senaghesi. Di Rocco Lucente, coordinatore del circolo PD Mantica-Lattuada di Senago



Votazioni Primarie della coalizione di centrosinistra
Il PD sostiene Micaela Curcio
Lettera aperta di Rocco Lucente, coordinatore del circolo PD di Senago
Cari senaghesi, 
Domenica 22 gennaio si terranno le votazioni primarie della coalizione di centrosinistra. E' un appuntamento importante di grande valore democratico: ai cittadini elettori del centrosinistra spetterà l'ultima parola per decidere chi dovrà essere il candidato sindaco della coalizione alle prossime elezioni amministrative.
Il Partito Democratico ha intrapreso negli ultimi anni un percorso di rinnovamento per riuscire ad essere una forza politica capace di interpretare i cambiamenti in atto e a proporre una politica fondata sui principi di equità e solidarietà.
Questo rinnovamento si fonda su tre punti fondamentali:
  • puntare sulla qualità della politica dando forza ai contenuti, alle idee, alle proposte, ai progetti. Uscire dagli schemi ormai logori che hanno visto i partiti rinchiudersi su se stessi per dare la priorità ad una visione basata sul Bene Comune.
  • Proporre per Senago un progetto politico capace di superare una visione localistica che mostra ormai tutta la sua inadeguatezza creando le condizioni per una nuova amministrazione capace di "fare rete", di confrontarsi a pieno titolo con le altre istituzioni (Comuni limitrofi, Provincia, Regione) in una visione allargata all'area metropolitana milanese. E in questo senso il Partito Democratico è in grado di dare il suo contributo grazie al suo forte radicamento e alla presenza nei vari organismi istituzionali.
  • far crescere una nuova classe dirigente favorendo anche il ricambio generazionale per essere in grado di interpretare al meglio i nuovi bisogni e i cambiamenti sociali in atto.
La candidatura di Micaela Curcio, che noi sosteniamo con forza, rappresenta pienamente questo percorso: il rinnovamento necessario per affrontare in modo nuovo la politica.
Inoltre per formazione ed esperienza professionale Micaela è in grado di portare capacità e competenza. La sua grande conoscenza della macchina amministrativa, in tutti i suoi aspetti, è oggi un valore aggiunto alla capacità di proporre politiche adeguate, in una situazione di scarse risorse per gli Enti Locali. 
Vi invitiamo quindi a partecipare alle primarie
Domenica 22 gennaio - in largo Garibaldi, 10 
e a votare Micaela Curcio
le elezioni primarie si svolgeranno dalle ore 8 alle ore 20
Il coordinatore del circolo PD di Senago
Rocco Lucente

martedì 17 gennaio 2012

ELABORARE NUOVE STRATEGIE PER UN WELFARE IN TEMPO DI CRISI


Le ripercussioni sul welfare locale legate all’attuale crisi portano a riflettere sulla necessità di una costruzione partecipata dei Piani di Zona negli ambiti territoriali della Provincia.
La  legge 328/00, che ha riformato il sistema di welfare, ha svolto il compito di coagulare attorno ai Piani di Zona molti soggetti titolari di rappresentanza e di responsabilità sociale.
Istituzioni, Terzo Settore e Sindacati hanno in questi anni tacitamente presupposto un patto di collaborazione, impegnandosi a realizzare i processi di riforma indicati dalla legge quadro.
Dopo dieci anni, con una crisi che modifica il modello di welfare fondato sull'integrazione tra pubblico e privato, si avverte l'esigenza di formulare il "Patto per il welfare territoriale” fondante le relazioni multiple tra istituzioni locali, servizi, operatori e soggetti di rappresentanza sociale.
Accettare l’invito a farsi carico insieme della crisi senza provare a confrontare diverse ipotesi di intervento vuol dire porsi nell'angolo delle ambigue corresponsabilità di chi vede nelle politiche dei tagli l'unica soluzione.
Al contrario, proporre un nuovo patto politico per una diversa "alleanza" significa confrontarsi a tutto campo sul tema generale dello sviluppo locale, chiamando in causa scelte amministrative più ampie e dunque movimentazione di risorse altre da quelle destinate (e insufficienti ) all'ordinaria "spesa sociale".
C'è un modo diverso per amministrare le nostre comunità locali, salvaguardando i cardini fondamentali del sistema di protezione sociale, dentro al ciclone della crisi economica? Sì, per esempio, attraverso prassi di strette correlazioni e collegamenti  dei diversi assessorati comunali che valutino le ricadute sociali conseguenti alle scelte compiute dai singoli Assessori. E su queste nuove prassi si può e si deve rinnovare il sistema partecipativo - programmatico.
Purtroppo però l'esperienza partecipativa di questi anni registra una flessione e produce delle incongruenze. L'impegno delle organizzazioni sociali ai tavoli dei Piani di Zona spesso non si riverbera sulle scelte compiute dalla Amministrazioni Comunali. C'è il rischio di "normalizzazione"
del sistema di governance, diventato ormai "ordinario lavoro" che produce tavoli faticosi e frustranti, dove si discute ma non si producono co-decisioni, reti e relazioni di partnership, scelte condivise.
In questo clima, la pur legittima preoccupazione degli amministratori comunali e dei loro dirigenti sulle risorse economiche rischia di diventare "linguaggio prevalente ed esclusivo" a spese di un approccio maggiormente "creativo e condiviso", distruggendo in tal modo la costruzione davvero partecipata delle politiche sociali del territorio.
Serve un confronto fra Amministrazioni, Terzo Settore, Organizzazioni Sindacali per individuare un modo diverso e possibile di tutela dei diritti di cittadinanza fondamentali , non sacrificabili sull'altare dei provvedimenti restrittivi anticrisi.

domenica 15 gennaio 2012

IMPEGNO SOCIALE E IMPEGNO POLITICO DELLE ACLI


Penso di non andare troppo lontano nel dire che il forte impegno nel sociale delle  ACLI vada di pari passo col grande sforzo di cercare di ri-costruire un senso comune alla fede politica da intendersi come servizio alla comunità e per il Bene comune.
L'unica vera garanzia per una buona politica sta nel fatto che i cattolici devono essere presenti in maniera più visibile, più incisiva, più autentica portando tutto sé stessi dentro la politica, facendo sì che vi sia un più stretto raccordo tra il loro operato, la comunità cristiana, l'intera cittadinanza. Di pari passo, la comunità cristiana, non deve e non può lasciare i politici soli a sé stessi. E ciò nella logica della responsabilità e della partecipazione come cristiani e come cittadini.
E' all'insegna di questo “credo” politico che il Circolo ACLI di Senago, del quale faccio parte, ha organizzato VENERDI' 13 GENNAIO una conferenza stampa per manifestarmi tutto il suo sostegno come candidata Sindaco alle Primarie di centro sinistra che si terranno a Senago il giorno 22 gennaio.
Le ACLI a Senago hanno negli ultimi due anni aperto una funzionalissima nuova sede a Castelletto in Piazza Tricolore ed hanno riammordernato la sede “storica” sita presso l'Oratorio di Senago.
Entrambi sono uffici frequentatissimi in quanto è sempre più numerosa la quantità di persone che necessitano di essere supportate ed aiutate nelle pratiche pensionistiche, d'invalidità, di successione, legali...etc
Durante la conferenza stampa ho avuto la fortuna di ascoltare e di sentire, da esponenti regionali come Giovambattista Armelloni – Presidente regionale ACLI e provinciali come Gianni Bottalico – Presidente Provinciale ACLI e dal suo Direttivo, parole di incoraggiamento, di sostegno e di forte vicinanza.
Altrettanto calorosa è stata la testimonianza e la presenza  di Sindaci di Comuni limitrofi che credono ed operano nel senso di riconoscere valore ed importanza all'Associazionismo nei territori ed, in particolare, al servizio svolto dalle ACLI nelle loro città. Erano presenti:
  • Raffaele De Luca – Sindaco di Limbiate
  • Renzo Moretti – Sindaco di Solaro
  • Giuseppe Corbari – Sindaco di Baranzate
La loro testimonianza è stata per me di sprono ulteriore all'importanza ed alla necessità di impegnarmi nel costruire per Senago un'Amministrazione AL SERVIZIO della città e dei suoi cittadini.
Poi, altrettanto utile ed interessante è stato l'incontro e la partecipazione attiva alla serata del Consigliere Regionale PD – Fabio Pizzul – Vice Segretario Regionale del Partito Democratico col quale ho a lungo parlato dell'importanza di stringere alleanze   a livello interistituzionale fra i vari livelli della politica come felice momento di cooperazione utile agli scopi di un'Amministrazione locale ma anche della Regione che, così facendo, mantiene il contatto ed il polso delle situazioni locali.

SOSTENIBILITA’ ENERGETICA ED AMBIENTALE: IL PATTO DEI SINDACI.


“Convenant of Mayors”, o Patto dei Sindaci è un’iniziativa della Commissione Europea risalente al 2008 che coinvolge tutte le città europee nei temi della sostenibilità energetica ed ambientale con particolare attenzione alla sensibilizzazione dei cittadini in materia di consumi energetici, alla mobilità pulita e alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati.
Ritengo fondamentale per un’Amministrazione davvero attenta a queste problematiche non indugiare oltre ed impegnarsi al rispetto dell’obiettivo di riduzione delle emissioni in atmosfera, obiettivo strategico dell’Unione Europea da raggiungersi entro l’anno 2020.
Inoltre è un’occasione che va vista anche come opportunità di crescita dell’economia locale dal momento che apre scenari di sviluppo della Green Economy.
Per poter firmare il Patto, il Sindaco si prende i seguenti precisi impegni:
  1. andare oltre gli obiettivi UE per il 2020 riducendo emissioni di CO2 di almeno il 20%;
  2. presentare entro un anno dall’atto dall’adesione un PIANO D’AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE dettagliando gli obiettivi da raggiungere;
  3. presentare biennalmente una relazione circa gli obiettivi raggiunti e, comunque, circa il monitoraggio e la valutazione degli obiettivi prefissati,
  4. organizzare le giornate dell’energia con lo scopo di interessare i cittadini ad un uso più intelligente dell’energia informandoli sulle opportunità e sui vantaggi di risparmio;
  5. partecipare ogni anno alla conferenza dei Sindaci dell’UE
I piani d’azione di cui al punto 2), devono riguardare sia il settore pubblico che quello privato nei seguenti settori:
  • ambiente urbanizzato
  • infrastrutture urbane
  • pianificazione urbana e territoriale
  • fonti di energia rinnovabile decentrate
  • politiche di trasporto pubblico e mobilità urbana
  • partecipazione dei cittadini
  • comportamenti intelligenti in materia da parte di cittadini e aziende
Fondamentale sarà il rapporto con la Provincia di Milano identificata, come le altre Province aderenti al patto, come struttura di supporto per le azioni dei Comuni a realizzazione del proprio Piano.
I Comuni ad oggi aderenti sono circa 3.000 di cui la metà sono italiani.
I piani d’azione effettivamente elaborati, invece sono molti meno (circa 400) di cui sempre la metà sono italiani.
L’accesso all’incentivazione nazionale ed europea all’utilizzazione di fonti rinnovabili passa, ovviamente, dal canale “privilegiato” derivante dall’adesione al patto. Così come, mi vien da dire, anche la possibilità per gli Enti locali di poter pensare ad interventi di “detrazione fiscale” simili a quelli già esistenti a livello nazionale pur di incentivare l’utilizzo di queste fonti.
Per non parlare dell’idea di ripensare i regolamenti edilizi comunali nel senso che gli stessi diventino cogenti e vincolanti in tema di obblighi e anche  incentivanti riguardo all’innovazione nel settore delle costruzioni.
   
Da ultimo, ritengo ormai strumento utile ed intelligente per il comune dotarsi del Bilancio di Sostenibilità ambienale. Si tratta di un’esperienza già piuttosto conosciuta dalle aziende private che intendono evidenziare le proprie politiche ambientali per meglio rapportarsi alla realtà circostante, ma è un’applicazione poco utilizzata dagli Enti Locali benchè decisamente e fortemente “sponsorizzata” dall’Unione Europea, inizialmente, nell’ambito del programma LIFE AMBIENTE.
Fra l’altro, per un comune come Senago che ha vissuto l’esperienza di Agenda 21, dovrebbe essere la naturale conseguenza e continuazione di quella volontà politica.
Il senso del bilancio è quello di leggere tutte le iniziative interne ed esterne e le scelte politiche e gestionali in chiave di “sostenibilità”. Sempre di più infatti, per il mantenimento ed il miglioramento della qualità della vita nella nostra città, tutte le decisioni che spettano all’ente locale in base alle proprie competenze, o nelle quali esso è in qualche misura coinvolto, dovranno tenere conto dell’impatto futuro che avranno sull’ambiente urbano e sul patrimonio naturale del nostro territorio.
Il cittadino è il principale interlocutore/stakeholder interessato e che deve essere reso partecipe in questo percorso di rendicontazione (accountability) relativo non solo agli aspetti contabili, ma oggi più che mai riguardante gli aspetti ambientali.

venerdì 13 gennaio 2012

L'IMPORTANZA DELLA SCUOLA PER UNA CITTA'.

Un lavoro che non sarei mai in grado di svolgere è quello dell'insegnante: oggi più che mai, è svolto in condizioni “precarie”...e non intendo solo riferirmi al precariato...
Mi riferisco a tutto un insieme di circostanze … negative.. che rendono questa “missione” veramente difficile e complessa.
Sì, perchè all'insegnamento occorre essere “vocati”, tuttavia, al pari dei missionari della Chiesa, gli insegnanti sono chiamati alla “missione educativa” in condizioni davvero avverse.
E se così stanno le cose, come poter svolgere al meglio la mission educativa, didattica e pedagogica?
Le condizioni “strutturali” spessissimo non sono delle migliori: molti edifici vertono in condizioni di degrado ed hanno carenti condizioni di sicurezza. 
Il numero degli iscritti è esuberante e ormai in molte scuole, soprattutto in quelle dell’infanzia e alle superiori, ha superato il numero stabilito dalla legge che è di 25 alunni per classe.
Questo è il risultato dell’intervento che è stato fatto nel 2008 con la legge 136 (decreto Gelmini) che ha incrementato il rapporto alunni docenti. Ciò limita, di fatto, la personalizzazione del rapporto scolastico e la sicurezza degli studenti. 
Non mancano preoccupazioni per le carenze nel numero stesso dei dirigenti scolastici in seguito ai pensionamenti e ai trasferimenti che ormai hanno colpito l’apparato amministrativo-organizzativo delle scuole. Basti pensare che l’ultimo concorso pubblico per presidi è stato indetto nel 2004 e questo ha creato un’emergenza che riguarda le sedi scoperte lungo tutto il territorio nazionale. Ormai è normale che un Dirigente scolastico debba gestire più scuole: una situazione difficile, una fatica enorme.
Visti i tagli previsti dalla riforma, i problemi sono distribuiti però su diversi livelli.
Il corpo docente, ad esempio, ha subito un forte sfoltimento in seguito all’istituzione per legge del cosiddetto maestro unico reintrodotto dal ministro Gelmini, in nome del risparmio. Questo ha sollevato le perplessità dei genitori riguardo soprattutto alla preparazione di un singolo maestro in tutte le materie e al non essere la persona adatta a gestire classi numerose per 6-8 ore. Tali apprensioni finiscono per riversarsi inevitabilmente sulla qualità dell’insegnamento.
I bambini e i ragazzi che vanno a scuola sono molto cambiati rispetto a quando noi stessi eravamo alunni: si nota proprio che mancano spesso in famiglia, per le più svariate problematiche, le regole base di una buona educazione, il senso dell'impegno e del valore dell'istruzione e della scuola come Istituzione, il senso di responsabilità dell'alunno nel condurre il proprio percorso scolastico con serietà ed impegno nell'ambito di una quotidiana convivenza fatta di relazioni diverse e a volte difficili, l'apertura verso la “diversità”...qualsiasi essa sia... 
“E....va bhè...ma sono bambini!!”, molti potranno dire..!
Non sono d'accordo! I bambini fanno e devono fare le cose adatte per la loro età e la loro crescita evolutiva...ma non è che il rispetto e l'educazione sono “materie scolastiche” e che si imparano da grandi!!
Per fortuna, molti sono i genitori che, ormai, ritengono un dovere aiutare la scuola nell' affrontare spese extra anche per le mancanze degli oggetti di cancelleria e di igiene che sono fuori dalla portata dell’amministrazione scolastica.
E meno male, che questi stessi genitori, organizzandosi spontaneamente in “comitati” che altro non sono che Associazioni di fatto che svolgono essenzialmente  una funzione di collegamento tra i rappresentanti di classe e di raccordo tra questi ultimi e gli eletti nel consiglio di istituto in ordine ai problemi emergenti nelle classi. Il Comitato spesso assume autonome iniziative come l'organizzazione di conferenze, la pubblicazione di informazioni per i genitori della scuola, la promozione di contatti tra i genitori stessi.
E, quindi, che fare?
Abbiamo esaminato tutte le criticità ma anche la positività e la ricchezza data sia dalla buona volontà della Scuola, sia dall'impegno della società civile direttamente interessata al mondo Scuola: i genitori.
Manca fin qui, la figura di un attore, importante: l'Amministrazione Comunale.
Non intendo solamente per i servizi scolastici che, obbligatoriamente, è tenuta a fornire..
Non intendo, neanche, per le risorse economiche che eroga annualmente alla Scuola, né per gli interventi (sempre meno per via dell contrazione delle spese..) manutentivi sugli stabili...
Mi riferisco al fatto che, nel pieno rispetto dell'autonomia scolastica, il Comune deve farsi attore di un'azione di governance e di coordinamento che lo veda come soggetto co-responsabile dell'azione educativa al pari degli altri interlocutori sopraindicati.
Deve farsi garante del BENESSERE scolastico sostenendo e mettendo in rete per tutti i vari livelli scolari progetti elaborati in condivisione con le Istituzioni scolastiche e le realtà Associative e di volontariato del territorio. 
Deve anche allargare la rete alle altre “agenzie educative” del territorio: mi riferisco agli oratori e a coloro che si occupano a vario titolo dei giovani col compito, tutti, di elaborare e far crescere esperienze e buone prassi che hanno poi una ricaduta su tutta la città.
E perchè non allargare ulteriormente questo TAVOLO DI LAVORO che deve diventare permanente anche alle realtà commerciali – artigianali e produttive della città che molto possono insegnare ai nostri ragazzi?
Un mio desiderio sarebbe che da tutto questo impegno e lavoro congiunto si creasse una sorta di “circolo virtuoso” per cui siano i ragazzi delle nostre scuole che, beneficiando, di tutti questi interventi educativi, giungano ad insegnare qualcosa a noi in termini di solidarietà e di volontariato...
Ad esempio, si costituisca una BANCA DEL TEMPO NELLA SCUOLA intesa come luogo di scambi da effettuarsi sia all'interno del sistema formativo scolastico, sia tra il mondo della scuola e la società esterna, considerata nel suo complesso.
Il fatto che lo scambio di tempo avvenga alla pari tra i soggetti che aderiscono, educa i ragazzi a non attribuire considerazione e valore all'altro (interno o esterno alla scuola che sia)per il gradino che occupa nella scala socio/economico/culturale, ma a porre l'accento sulla dignità dell'altro, visto come persona che sa fare e che ha da dare, quale sia il posto che occupa nella società: competenze materiali e competenze professionali, saperi immateriali e saperi curricolari, amicizia, solidarietà, cultura, ecc.(scambi all'interno del gruppo classe: aiuto nello studio, inviti a casa per giocare, feste; scambi fra scuole: incontri culturali; scambi di progettualità; scambi col territorio: spettacoli e feste aperte al territorio in cambio di servizi sussidiari necessari alla scuola, piccoli servizi agli anziani in cambio di favole, apprendimento di un mestiere, aiuto nello studio). Inoltre, la dichiarata parità dei soggetti che aderiscono, i quali sono nello stesso tempo portatori di risorse e di richieste, sottolinea un ulteriore aspetto educativo: nessuno dà o riceve soltanto, ma chi dà si aspetta a sua volta di ricevere e chi riceve sà che dovrà a sua volta dare.

mercoledì 11 gennaio 2012

LE POLITICHE GIOVANILI : CONFRONTO A SENAGO

Sabato 14 gennaio, dalle ore 18.30, nella belllissima cornice della nostra
Villa Sioli, si terrà il primo APERITIVO DEI GIOVANI DEMOCRATICI
organizzato dal Circolo PD cittadino con l'intento di aprire un confronto
fra esperienze di "politiche già vissute" o in atto e che  riguardano i
giovani.

Mi sembra un'iniziativa importante e "felice" per la nostra città per
almeno due motivazioni:
1) e' un'idea e una necessità che sentono i nostri giovani e, partendo da
loro riuscirà a coinvolgere sicuramente altri giovani (soprattutto se, già
operanti sul territorio...) facendoli uscire dall'isolamento in cui operano
con un sicuro effetto "traino" che, un'iniziativa istituzionale e calata
dall'alto, non riuscirebbe mai a sortire;
2) è un confronto fra politiche giovanili di altri comuni più grandi e più
più piccoli di Senago e ciò è estremamente arricchente in quanto iniziare a
confrontarsi per poi ragionare sulla propria realtà elaborando idee,
speranze e progetti per una buona politica giovanile è un punto di partenza
fondamentale per una neo Amministrazione che con molta umiltà voglia
rilanciare queste politiche se VERAMENTE in esse crede.

Come già richiamavo in un precedente articolo sullerealtà giovanili, in
particolar modo legate alla condizione adolescenziale,  per costruire una
politica giovanile si parte dall'ascolto delle diversè realtà esistenti che
poi devono assurgere a risorse dalle quali partire per costruire rete e
relazioni fra esse.

Questo è l'assunto di base che, per chi come me si è occupato, pe
professione, di politiche giovanili, è imprescindibile.
Il confronto, la rete, e duplicazione di best practices, appunto.

Nella mia esperienza professionale specifica, grazie all'aver ottenuto
quale responsabile di progetto per l'Ente in cui lavoro, un cospicuo
finanziamento dalle due annualità del bando dell'allora Ministero della
Gioventù (anno 2008 e poi anno 2010), ho potuto pensare ad azioni e
percorsi per i giovani muovendomi costantemente all'interno della rete: la
famosa rete ITER promossa dal Comune di Biella... con altri 23 comuni
destinatari delle risorse di cui ai bandi del Ministero.

La rete si è consolidata soprattutto laddove i Comuni, tutti medio-grandi,
erano geograficamente abbastanza vicini e, quindi, le politiche individuate
come prioritarie erano pressochè omogenee.

Perciò, i Piani Locali Giovani elaborati come strumento che, a livello
comunale e sovra-comunale, dettagliavano le politiche ed individuavano le
leve sulle quali agire, erano ovviamente similari e parlavano lo stesso
linguaggio, proprio perchè forti di uno scambio continuo di esperienze.
I Comuni con i quali ho principalmente lavorato allora sono stati Biella e
Brescia.
Tutti noi operatori abbiamo recepito veri e propri insegnamenti in materia
oltre al fatto che abbiamo tutti tratto spunti e suggerimenti  inseriti poi
nei Piani Locali Giovani adottati, da un grande formatore come Ivo Lizzola
- Preside della Facoltà di scienze della Formazione dell'Università di
Bergamo.

 Sono sicura che quest'iniziativa sarà un punto di partenza fondamentale di
cui l'Amministrazione che verrà non potrà non tenerne buon conto al fine di
tracciare politiche che nascano dal confronto e dal far proprie azioni e
buone prassi che in altre realtà hanno funzionato e raggiunto le finalità
per le quali erano state finanziate.

PARTECIPATE NUMEROSI!

martedì 10 gennaio 2012

LA BIUNIVOCITA' DELLA “PARTECIPAZIONE” E IL SABATO DEL CITTADINO.


Partecipazione!!!...che termine “sbandierato”...
Il bello sarebbe andare ad analizzare e valutare le attività di partecipazione che le Amministrazioni locali mettono in campo, per capire quante siano solo “propagandistiche”...
Secondo me, la partecipazione si agisce a vari livelli e, sostanzialmente, secondo due direttrici diverse: quella interna all'Ente e quella esterna.
La prima: 
  1. quando il programma elettorale si tramuta in programma di mandato, l'elaborazione di questo passa attraverso il coinvolgimento dei partiti e delle forze politiche che compongono la coalizione e, poi, deve essere definito dalla Giunta e, quindi presentato al consiglio comunale. Nulla osta che quest'ultimo passaggio sia maggiormente condiviso e discusso fra i capigruppo consiliari: questo è sintomo e sinonimo di democrazia, prima ancora che di partecipazione. E' vero che al Consiglio viene presentato, ma una cosa è “calarlo pre-confezionato dall'alto”, un'altra, è averlo fatto conoscere e averne discusso prima del giorno prestabilito per il consesso consigliare...
Inoltre i capigruppo dovrebbero insieme svolgere un lavoro di “confronto” con una frequenza assidua ad incontri che, a seconda delle tematiche affrontate, siano aperte al pubblico e comunque diffuse quanto a contenuti e lavoro svolto, affinchè il cittadino conosca compiutamente l'attività del gruppo politico che ha votato..
  1. Buona norma sarebbe anche che, ancora prima che al consiglio Comunale, lo stesso venisse reso noto ai Responsabili dei Settori comunali perchè il programma si trasformerà in obiettivi da raggiungere di cui questi ultimi saranno responsabili e sui quali verranno valutati. E, conseguentemente, a cascata, dovrà essere reso noto a tutti i dipendenti comunali perchè tutti sono, a vari livelli, coinvolti.
  2. Lo stesso percorso deve essere attuato anche per l'approvazione di altri atti importanti per l'amministrazione: Bilanci preventivi, consuntivi, PGT, bilanci di mandato...
  3. a livello di microrganizzazione, è buona norma che l'organizzazione dei servizi, l'implementazione di progetti, la stessa riorganizzazione organica dell'Ente, passi attraverso la comunicazione di obiettivi, finalità e di modalità d'azione fra le parti interessate alla realizzazione e all'attuazione. 
  4. Tornando al Consiglio Comunale, lo stile partecipativo di un'Amministrazione dovrebbe valorizzare l'importanza dei lavori consiliari, delle varie commissioni e delle proposte che da queste discendono, ragionando anche sull' oppotunità che la presidenza di alcune di queste sia in capo alla minoranza proprio a garantire trasparenza, legalità e controllo, se mai ve ne fosse bisogno.
  Serve che il Consiglio definisca delle linee guida circa i criteri per le nomine nei CDA dell'Istituzione Biblioteca e nel CDA della Azienda Multiservizi che garantiscano professionalità e che vi sia l'obbligo della puntuale rendicontazione al Sindaco affinchè l'Ente possa svolgere seriamente il compito del controllo analogo.
Stiamo parlando di stili di governo, di modi di muoversi per raggiungere gli scopi dell'Ente nel modo più efficiente ed efficace possibile, con la massima trasparenza e con una chiara comunicazione se non condivisione d'intenti.  
La seconda:
  1. Il primo livello di partecipazione si ottiene con una buona ed efficace comunicazione all'esterno di tutto ciò che si fa...atti amministrativi, lavori pubblici, servizi, progetti, attivazione di controlli contro l'evasione, anche informazioni che possono determinare “preoccupazione” vanno date gestendone la modalità di comunicazione.
  2. Poi, occorre dare un ruolo ben preciso ai cittadini: devono diventare “gli occhi della città”, le “sentinelle” di Senago, nel senso che l'implementazione di un sistema di segnalazioni è l'anello di congiunzione fra gli uffici e la loro attività e la necessità dell'amministrazione  di tener sotto controllo ciò che avviene.
  3. La creazione di “laboratori di comunità” che, magari, suddivisi per quartieri siano propositivi rispetto ad iniziative, attività e proposte da formulare all'Amministrazione e da decidere insieme
  4. La partecipazione alla definizione del PGT, del Bilancio, di un Piano cittadino di sostenibilità ambientale...
  5. L'individuazione di una giornata settimanale, ad esempio il sabato...lo potremmo chiamare il SABATO DEL CITTADINO, in cui il Sindaco in primis, ma anche la sua Giunta, in via straordinaria rispetto alle normali e quotidiane attività che svolge e in aggiunta ai normali giorni di appuntamento, si mette a disposizione ed in ASCOLTO DELLA CITTA': ascolto che potrà avvenire in Municipio, ma a me sembrerebbe più giusto avvenisse nei quartieri.
IL SINDACO E LA SUA GIUNTA devono stare fra la gente ed andare incontro al cittadino perchè solo così potranno avere il “polso della situazione”, la conoscenza reale della città con i suoi grandi e piccoli quotidiani problemi.