domenica 25 dicembre 2011

La questione dell'emergenza abitativa...



E’ da molti anni che registriamo la mancanza di un adeguata e coerente politica regionale dell’abitare. Il fatto che l’ottanta per cento delle famiglie sia proprietario dell’abitazione in cui vive, infatti, ha fatto passare in secondo piano il problema, rendendo ancor più drammatica l’emergenza
abitativa per le fasce più deboli della popolazione.
Un rilancio di una politica della casa si impone con urgenza ma concreta e attuale, sulla base di una offerta abitativa nuova, articolata e diversificata sul territorio, in linea con i processi economici e sociali in atto nel Paese che richiedono un forte ampliamento dello stock di alloggi in affitto.
Occorre, infatti, dare una risposta a tutti coloro che si spostano per ragioni di lavoro, a tutti coloro che non possono accedere ad una casa in proprietà sia per motivi di reddito che per altre ragioni: dalle famiglie monoreddito alle giovani coppie, dalle fasce più deboli della popolazione agli immigrati, agli anziani, ai disabili.
Leggevo ieri ( 23 dicembre), su varie testate, l'annuncio di Regione Lombardia – Assessorato per la Casa – di aver raggiunto la stipula di un “atto d'indirizzo” denominato PATTO PER LA CASA nel quale sono evidenziate dieci azioni prioritarie individuate con un allargato consenso che ha visto coinvolti Aler, Organizzazioni Sindacali, Amministratori locali, soggetti del mondo economico e finanziario, sociale, professionale, della sicurezza, mondo cooperativo, associaizoni proprietari di casa, Caritas....
Le azioni sono: welfare abitativo, offerta abitativa in affitto, progetti di riqualificazione urbana, risparmio energetico, risanamento ambientale del patrimonio pubblico, rilancio del ruolo dell'Aler, accreditamento dell'housing sociale, fondi immobiliari, informazione ai cittadini, leve urbanistiche per l'abitare sociale, sicurezza e socialità.
Credo infatti che un'efficace politica abitativa richieda una molteplicità di azioni e l’attività convergente e responsabile di un insieme di soggetti.
 Il tutto deve avere, secondo me, al centro l’iniziativa dei Comuni che rappresentano l’effettivo elemento di svolta.
Il pregio del documento sopra descritto, è sicuramente quello di aver creato un momento forte di interlocuzione, un vero e proprio tavolo di sistema... ma siamo ancora solo ad un atto di indirizzo!!! E l'emergenza, intanto, galoppa!!!
La crisi dell’affitto è, infatti, pesante. La legge 431 del 1998, nota come riforma degli affitti, avrebbe dovuto, attraverso la liberalizzazione dei canoni, gli incentivi fiscali per i proprietari ed il bonus casa per gli inquilini a basso reddito, sbloccare un mercato immobiliare ingessato, combattere l’annoso fenomeno dei contratti in nero e delle case sfitte, dare impulso, attraverso il canale concordato, all’offerta di case a prezzi equi ed accessibili.
L’obiettivo era quello di regolare il libero mercato, per renderlo nel contempo, economicamente sopportabile e trasparente.
A distanza di circa otto anni il bilancio sugli affitti della 431 è particolarmente critico. Il rilancio dell’edilizia residenziale pubblica è una condizione essenziale per riaprire e calmierare il mercato. L’obiettivo è quello di estendere il patrimonio pubblico, apportando le innovazioni necessarie, sostenendo i processi di riforma e di riqualificazione già in corso da parte della Regione: si tratta di assicurare gestioni sempre più efficienti, sia a livello delle manutenzioni che di fornitura di servizi avanzati all’abitare. Si tratta di fare attenzione particolare agli ingressi, affinché corrispondano sempre più ai bisogni reali, ma anche di fare attenzione all’uscita dall’edilizia residenziale pubblica, quando le mutate condizioni economiche non ne giustificano più la permanenza.
Le numerose iniziative del privato-sociale costituiscono, in ogni caso, buone pratiche, molto apprezzate per la qualità e la rapidità delle risposte ma, ora più che mai, si rende necessario per un' Amministrazione locale dare chiari indirizzi in tal senso affinchè l'offerta di tali operatori risponda efficacemente alle necessità non più ormai tanto di acquisto (considerata l'emergenza crisi!) ma di affitto moderato con possibilità di riscatto finale, ad esempio.

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